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Anno edizione: 2018
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Emozionante, schietto fino alle lacrime: una storia che lascia il segno e che tutti dovrebbero leggere
Era dal 1995, quando mi capitò tra le mani la prima edizione italiana di The basketball diaries di Jim Carroll (“Jim entra nel campo di basket” – Frassinelli, rieditato anni più tardi da Minimum Fax), che non mi accadeva di leggere un libro così intenso. Diverso in tutto da quello di Jim – la storia autobiografica di una grande promessa del basket che si perde tra droga e prostituzione –, il libro di Salvatore me lo ha riportato alla mente perché sa essere altrettanto intimo e spietato. Intimo, perché Salvatore si mette a nudo con un'onestà totale – che in certi passaggi fa accapponare la pelle – e spietato, perché non fa sconti a nessuno, a iniziare da se stesso. Sarebbe stato facile suscitare l'empatia del lettore indulgendo sugli episodi di bullismo e di omofobia di cui è stato vittima, ma lui sceglie di raccontare la sua esperienza dall'interno della propria mente: le sue fughe e le sue cadute trascinano il lettore in quella “melma” nella quale si sente invischiato e riemergere da lì – rialzarsi – non è un viaggio facile per nessuno. Ma è proprio in questo percorso di “risalita” che trovo il vero punto di contatto tra Jim e Salvatore: così come il primo riuscì a emergere dall'inferno in cui era precipitato sempre aggiornando i suoi basketball diaries, grazie alla scrittura il secondo è riuscito a rialzarsi dal suolo, dove lo teneva schiacciato un nemico terribile che era dentro di lui. Un libro che consiglio agli adolescenti, ai genitori, agli educatori e a chiunque ami fare belle letture; a tutti, insomma. Perché – non lo avevo ancora detto – non è soltanto intenso, intimo e spietato: è anche scritto molto bene.
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