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Trovo i libri di Crapanzano assolutamente piacevoli. Polizieschi nei quali il colpevole è l'ultima cosa che conta, e se si vuole un giallo intricato.... meglio cambiare lettura. Ciò che colpisce è il contesto in cui la storia si dipana: la Milano anni '50, i luoghi descritti precisamente, e chi conosce Milano oggi, non può che immaginarseli così. Il commissario, con l'acutezza nascosta dietro la golosità di un 'sanguis' e quel maschilismo di allora, che si rivela finto nella quotidianità familiare. Insomma, tanti spunti che mi fanno sempre attendere un nuovo libro in tempi rapidi. Ottima scrittura che si legge anche da stanchi, senza timore di perdersi e dover tornare indietro a ritrovare il filo.
Altra avventura del commissario Arrigoni. Sempre avvincente.
Mentre moglie, figlia e madre sono in ferie a Canzo, ad Arrigoni viene chiesto dal suo superiore di indagare su un omicidio sucecsso nel centro di Milano, in zona non sua. E' stato ucciso un pubblicitario, a capo di un'agenzia di pubblicità che ormai da due anni fa acqua da tutte le parti. L'uomo, che si vantava di essere architetto pur non avendo mai frequentato l'università, speseva comunque grosse cifre per il gioco d'azzardo e per le donne. La moglie, prima sospettata dell'omicidio, si mostra molto fredda nei confronti del marito. La dipendente che lo ha trovato è una giovane ragazza molto bella, che per un certo omento è stata anche amante del morto. Viene anche interrogata la proprietaria dell'appartamento dove è stato compiuto l'omicidio: è una ricca contessa, vedova di un generale, accudita dall'ex attendente del marito. La contessa si mostra arrogante nei confronti di Arrigoni, ma sarà l'intuito del commissario e le indagini patrimoniali a carico del morto e della contessa, a portare il commissario alla verità:
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