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La natura e la ragione d'essere di questo libretto rappresentano un vero mistero. Non si tratta evidentemente di una guida che, per quanto ridotta, avrebbe richiesto un minimo di conoscenza del passato di questa importante raccolta e dei pezzi esposti. Non è un saggio storico, gli impropri termini impiegati lo provano senza ombra di dubbio, e neppure un opuscolo per i consueti visitatori frettolosi che non troverebbero alcuna utilità nel suo contenuto. Se il titolo lasciava sperare bene in quanto le sale d'armi del Consiglio dei Dieci (questo è il nome corretto dell'armeria) non hanno ancora una guida degna della loro importanza e neppure, almeno a quanto ci risulta, una schedatura scientificamente accettabile, il prezzo, le dimensioni e sopratutto il contenuto hanno velocemente rivelato il meno che modesto livello dell'opera. Pochi sanno, e fra questi l'autore, che questa raccolta è, da un punto di vista storico e tecnico, la più importante in Italia e una delle principali nel mondo. E che fra gli oggetti esposti figurano le più antiche armi ad accensione automatica conosciute, catturate nel 1508 alle truppe del Duca di Braunschweig nel corso della guerra della Lega di Cambrais. E che "l'archibugio a venti canne" di canne ne ha solo dieci, le altre più corte essendo dei tubi miccia destinati a incendiare la prima delle sei cariche sovrapposte posizionate in ciascuna delle vere canne: errori e inesattezze sono decisamente troppi, considerando anche la modesta lunghezza del testo. Se dalla Fondazione dei Musei Civici non ci si poteva aspettare granché, stupisce che marchi come Skira e Marsilio si siano associati ad una simile iniziativa.
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