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Pierfrancesco Prosperi non ha mai amato gli stilemi più usuali della fantascienza, il classico trio "mostri, astronavi e robot" banale e abusato, che dà della SF un'immagine solo avventurosa e tutto sommato infantile (adatta più al cinema che alla letteratura).Perciò non ha quasi mai scritto di esplorazioni spaziali o di alieni, concentrandosi invece sull'uomo e sulla società, in particolare su quella che potremmo chiamare "fantastoria": racconti ambientati in un universo parallelo, in un presente alternativo o in un futuro abbastanza prossimo. Un esempio è questo recentissimo Armageddon 2014), ambientato come si evince dal titolo appena tra un anno rispetto al nostro presente. Lo scenario è il Medio Oriente, nello specifico Israele, dove un giornalista italiano - ebreo - viene inviato per realizzare dei servizi sulla crisi politica che attraversa l'area praticamente da sempre. E che, l'anno prossimo, subirà un peggioramento a causa dell'atteggiamento distruttivo dell'Iran di Ahmadinejad (il quale, nel futuro immaginato da Prosperi, sarà ancora il capo del Governo), pronto a far esplodere una potentissima bomba nucleare su Tel Aviv. Intanto, per un caso che assomiglia molto ad un miracolo, l'ex leader Ariel Sharon si risveglia dal coma in cui era piombato nel 2006 e riprende con vigore le redini della situazione... Mescolando abilmente i resoconti delle riunioni governative, gli incontri del giornalista con amici e le sue indagini, reportage della stampa internazionale e rievocazioni storiche (queste, vere) delle guerre dei Sei Giorni e del Kippur, il rapimento da parte palestinese di un ufficiale pilota israeliano ed altro ancora, Prosperi confeziona un thrilling in piena regola, che non sarebbe sfigurato nella maggior collana di spionaggio esistente in Italia. Una vicenda elettrizzante, piena di colpi di scena ma anche documentatissima del punto di vista storico e geopolitico, che descrive una situazione futura certo immaginaria ma estremamente plausibile.
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