Il lavoro si articola in quattro parti. La poca familiarità che in genere si ha con la figura di Aristosseno, e nello stesso tempo la mancanza di una sua almeno recente biografia, ha spinto a dedicare la prima parte della ricerca alla vicenda biografica e quindi all’opera del tarantino. Si è tentato, in questa prima parte, in primo luogo di ricostruire, avvalendosi delle fonti che danno informazioni in proposito, la biografia di Aristosseno, per poi passare a una presentazione della sua opera o, per essere più precisi, di quello che resta di un’opera che dovette essere monumentale, comprendendo, stando alla testimonianza della Suda (s.v. ’A??st??e???, A 3927 Adler), 453 scritti. La seconda parte del lavoro è dedicata agli inizi della formazione di Aristosseno, a quella che si può dunque definire la prima fase della sua biografia spirituale. Un ruolo importante riveste in essa lo stesso padre di Aristosseno, dalla Suda indicato come suo primo maestro e da Aristosseno menzionato più di una volta come sua fonte. Si esaminano pertanto le notizie che la tradizione conserva su questo personaggio, dopo avere affrontato il problema esistente intorno al suo nome, un problema questo che viene posto dalla singolare indicazione fornita al riguardo dalla Suda (Aristosseno era “figlio di Mnesias, quello chiamato anche Spintharos”) per la quale si propone una nuova interpretazione, non rivelandosi soddisfacenti, una volta sottoposte ad attenta verifica, le spiegazioni datene dal Müller e poi nel nostro secolo dal Wuilleumier e dallo stesso Wehrli. L’esame delle notizie su Spintharos – questo il nome ‘reale’ del padre di Aristosseno – presenti nelle fonti antiche, consente di individuarne gli interessi (primo fra tutti la musica) e l’ambiente in cui era attivo, che è quindi quello in cui la formazione di Aristosseno ha avuto inizio: la Taranto pitagorica di IV secolo a.C. di cui Archita èleader incontrastato. I rapporti tra Aristosseno e Archita e l’immagine di Archita data da Aristosseno nella biografia a lui dedicata (frr. 47-50 Wehrli), verosimilmente una celebrazione di Archita nella veste di filosofo come in quella di politico e di abile stratego, sono l’altro argomento affrontato in questa seconda parte del lavoro. Studiando i rapporti intercorsi fra Archita e Aristosseno, non è parso da trascurare il fatto che Archita è sì filosofo, politico e stratego abile, ma anche conoscitore e studioso di musica, di quella disciplina dunque di cui antichi e moderni, unanimemente, considerano Aristosseno grande autorità e alla quale Aristosseno è introdotto proprio da un personaggio – il padre Spintharos – dell’entourage di Archita. L’ammirazione manifestata da Aristosseno nei confronti di Archita filosofo e uomo politico (ma anche studioso di musica) ha portato a chiedersi se per Aristosseno esistano – ed eventualmente in che termini siano a suo avviso da valutare – rapporti fra musica e attività politica, individuando in questo ambito una significativa (ma anche poco studiata) eredità che ad Aristosseno poteva venire dall’ambiente architeo in cui si è compiuta la sua prima formazione, musicale e filosofica. A rispondere affermativamente a questa domanda si è creduto potessero spingere un dato della biografia di Aristosseno (il soggiorno a Mantinea) e una riflessione sulle argomentazioni cui Aristosseno ricorre nella critica da lui rivolta a quel fenomeno, maturato a partire dalla seconda metà del V secolo a.C., noto come ‘musica nuova’. Il soggiorno a Mantinea e l’atteggiamento di Aristosseno verso la ‘musica nuova’, sono gli argomenti affrontati, rispettivamente, nella terza e quarta parte del lavoro. Nel terza parte trova così posto un’analisi, condotta con l’ausilio di testimonianze di diversa natura, letterarie e iconografiche, delle tradizioni musicali arcadiche e più in particolare della cultura musicale mantineese. Questa analisi è stata...
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