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Anno edizione: 2022
Anno edizione: 2006
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Lo definirei un racconto lungo piuttosto che un romanzo. Una scrittura fluida, diretta. Personaggi veri, uno stile di scrittura tipico di Lansdale, mentre si legge si e' catapultati affianco ai suoi personaggi e si vive la scena con loro.
Uno dei libri di Lansdale più incalzanti che abbia mai letto. Il ritmo è accelerato come il battito d'ali di un colibrì, le parole usate come accette, le metafore impregnate di eccessi. Le volgarità, che pure abbondano, rientrano perfettamente nel contesto e dietro una storia di apparente semplicità si nasconde una acuta riflessione antirazzista, tanto più efficace quanto mascherata di intrattenimento. Lansdale è autore profondo, a dispetto delle critiche, e i suoi libri non lasciano mai indifferenti.
Un romanzo che nasce come racconto (The big Blow), e si dilata in un secondo momento. Un po’ a forza, ma si dilata. Ah, il marketing e le esigenze di mercato! Certo, come al solito (e come già ampiamente notato qui) ci sono tutti gli ingredienti di Big Joe, per di più ben assemblati: causticità, crudeltà, ironia, sesso, razzismo, dialoghi brucianti, sfondo texano (il Texas è uno stato d'animo, più che un luogo – a suo tempo, così, più o meno, l'autore). Questo per dire che il libro, nel suo complesso, è valido, anche se lo sforzo di ampliare la vicenda per portarla ad essere romanzo singolo e indipendente si fa un po' sentire (le vicende e i quadretti di altri personaggi, estranei alla storia principale, restano in buona parte corpi estranei e/o gratuiti, né riescono a inserirsi pienamente nell'economia della storia, anzi diluendola e facendole perdere – magari irritando – quel "serrato" che poteva avere nell'originaria versione). Poteva essere (e rimanere) un ottimo racconto, non fosse che - forse - la sacralità/nobiltà/importanza della materia ha spinto Lansdale a voler far salire di un gradino la sua creazione. Ed ecco spiegato il passaggio da racconto (qualcosa inserito in una congerie di altri racconti, semplice parte di un tutto in cui l’uno non è protagonista né cosa a sé, indipendente e di per sé giudicabile) a romanzo. Questo, almeno a voler esser buoni, e non nominare il mercato che tira e chiede, e soldi soldi e ancora soldi da spillare al consumatore tramite un nome affermato e celebrato. Perché Joe Lansdale, la sua infinita creatività e fantasia sono (dovrebbero) al di sopra di queste cose. Non lo sono invece quelli che hanno pubblicato questo libricino di poco più di 100 pagine, dilatandolo con una postfazione (buona) e presentandocelo addirittura in edizione Hardcover (per In fondo alla palude, che di pagine ne ha più di trecento, allora?), per giustificare il modico prezzo di 11€. Che, nel complesso, non varrebbe.
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