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Anno edizione: 2017
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Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Anche se la trama basata sull'anmesia della protagonista non sia un a novità, la storia poteva anche guadagnare 4 o 5 stelle, perché il libro scorre veramente bene ed é ben scritto. Peccato che alcune cose rovinino, a mio modesto parere, il risultato finale. In primis l'antipatia dei protagonisti, che non risparmia nessuno. Nella recensione precedente la lettrice scrive di essersi immedesimata nella protagonista. Io l'ho trovata intollerabile per tutto il libro, sebbene già nella trama venga detto apertamente che é vittima di un inganno, il suo comportamento isterico, debole, ipocrita e insicuro, così come il modo in cui tratta il marito prima dell'incidente fa pensare che minimo lui possa avere delle amanti per consolarsi. I figli, cresciuti ingrati e maleducati, il marito ovviamente soggetto sospetto e opprimente, L'amica Rose che sovente diventa ficcanaso e petulante. Thomas, il ragazzo della figlia, una caricatura di strafottenza ed antipatia. Più che godermi la tensione di un thriller, ho passato la lettura a cercare di provare un po' di simpatia per questa madre e donna di casa frustrata, incapace di elaborare la crescita dei figli, di avere interessi e di rendersi un minimo autorevole. Infine, la trama rivela troppo, se nel plot viene mantenuta più ambiguità, per me, c'è più stimolo ad immaginare cosa può essere successo. Da come viene messa la storia, già dalle prime righe, si intuisce come potrebbe finire.
Ci sono incidenti che cambiano la vita, ci sono incidenti che lasciano il segno, che diventano cicatrici e traumi che spesso si fa fatica a dimenticare e ci sono trecentosessantacinque giorni che formano un anno. In questi trecentosessantacinque giorni, il nostro essere si forma ogni attimo, ogni secondo. Il nostro anno diviene ogni giorno ricco di esperienze, negative e positive che siano, il nostro anno diviene consapevolezza e ricordo. Ma cosa succede quando i nostri ricordi, ogni ricordo dei trecentosessantacinque giorni viene perso con un incidente? La nostra protagonista Jo, non ha più ricordi dell'anno passato, un incidente le ha portato via tutto per via di un amnesia. Jo è una donna di cinquantacinque anni, con una casa, un marito, due figli già grandi, un maschio e una femmina con la testa sulle spalle, ma Jo non ricorda l'ultimo anno vissuto; giorno dopo giorno ha piccoli flashback che la riportano indietro, ma per il resto tutto è completamente vuoto. Jo è una tabula rasa, dove giorno dopo giorno emerge la sua confusione e le sue paure su quello che lei è veramente. E' stata una moglie amata? Ha amato suo marito e i suoi figli? Quali sono stati i suoi errori se li ha fatti? Ed è davvero tutto come sembra? Sin dalla prima pagina l'autrice ci porta dinanzi a Jo, senza troppi giri di parole, veniamo subito a conoscenza di quello che sta passando. La nostra protagonista, all'apparenza dura come la roccia, si risveglia in ospedale, con lei marito e medico cercano di spiegarle quello che è successo. Jo ha perso temporaneamente la memoria, il suo cervello ha perso i ricordi dell'ultimo anno e il modo in cui l'autrice ci racconta tutto questo è così evocativo, che sembra di trovarsi dinanzi ad uno specchio, ci troviamo a leggere quasi di noi stessi; Jo entra direttamente nel nostro animo, diventando noi stessi lei. Continua su blog Il mondo di sopra
Recensioni
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Quando Jo si risveglia da una brutta caduta sulle scale, l’ultima cosa che si ricorda è la sensazione di vuoto e di tristezza provata dopo la partenza per l’università del suo secondo figlio, Fin. Peccato che la partenza di Fin risalga ad un anno prima…come può essere questo il suo ultimo ricordo? La caduta ha provocato alla protagonista una brutta amnesia: gli ultimi dodici mesi della sua vita sono scomparsi, cancellati con un colpo di spugna. Come può aver perso un intero anno intero vita? Sembra uno scherzo, un errore, eppure pian piano Jo capisce che le mancano davvero dei ricordi: “può anche sembrarmi che Fin sia partito per l’università solo ieri ma, in fondo, sono consapevole che tra quel momento nella sua stanza vuota e la mia caduta giù per le scale c’è un buco enorme, un vuoto immenso che non so colmare.” (p. 15)
Jo comincia con fatica a mettere insieme la propria vita, ma i ricordi sono frammentati, confusi e, contrariamente a quanto si sarebbe aspettata, il marito e i figli non sono di aiuto, anzi. Tutti e tre sembrano volerle nascondere qualcosa, soprattutto Rob, il marito, verso il quale Jo prova istintivamente avversione e diffidenza. Eppure il loro rapporto è sempre stato amorevole, all’insegna della fiducia reciproca, e Jo non sa spiegare le sue sensazioni: “Mi chiedo che cosa abbia potuto cancellare i precedenti ventitré anni di matrimonio in un solo anno: ora siamo come due estranei l’uno per l’altra, e anche diffidenti, per giunta.” (p. 62)
A mano a mano che Jo si riappropria dei propri ricordi, quello che scopre la sorprende e la disturba, fino a spaventarla, perché ciò che ricorda non coincide con l’immagine che vogliono dipingerle i familiari, cioè quella di una donna appagata dalla vita famigliare, con un marito affettuoso, due figli ormai indipendenti, una vita agiata. Cosa è successo davvero durante l’ultimo anno? Dai frammenti che emergono dalla sua memoria ci sono volti sconosciuti, luoghi estranei, situazioni che fatica ad inquadrare, ma soprattutto una costante e sempre più incombente sensazione di paura e pericolo.
“Ho paura di ricordare, ma al contempo ho un disperato bisogno di conoscere la verità.” (p. 77)
Segreti, bugie e tradimenti familiari: questi gli elementi principali del romanzo L’anno che è passato, opera prima della scrittrice inglese Amanda Reynolds, un thriller psicologico con una trama intrigante che si dipana pagina dopo pagina in un’atmosfera di crescente mistero e dubbio. Ritmata e avvincente, la vicenda viene raccontata in capitoli che si alternano tra prima e dopo la caduta dalle scale, in un continuo passaggio dal passato al presente che funziona molto bene, garantendo una serie di colpi di scena che catturano l’attenzione del lettore. I personaggi sono credibili e volutamente antipatici, scomodi, e rendono così possibili tante sfaccettature e molte letture delle vicende che la protagonista ricorda (o crede di ricordare?), portando il lettore a chiedersi di chi possa davvero fidarsi Jo. Per tutto il romanzo infatti il lettore condivide unicamente il punto di vista della protagonista, limitato ai pochi ricordi che man mano ricostruisce con fatica, garantendo con questo espediente sia una vicenda ricca di suspense sia il crescente desiderio di arrivare a conoscere, finalmente, la verità.
Recensione di Chiara Barra
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