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Anna e l’Uomo delle rondini, in libreria da settembre, è un romanzo della Sperling & Kupfer che in America ha ottenuto un enorme successo divenendo bestseller del New York Times. L’avventura raccontata è una scoperta della vita, una storia difficile e complessa ma oltremodo tenera, e Gavriel Savit l’ha consegnata ai lettori ottenendo immediato plauso sia dal pubblico sia dalla critica.
Novembre 1939. La II Guerra Mondiale è iniziata da poco con l’invasione della Polonia da parte delle truppe naziste. Anna Lania ha solo 7 anni. Vive sola con il padre professore all’Università Jagellonica di Cracovia, docente di linguistica. Il 6 novembre i Tedeschi diedero il via a un’operazione chiamata “Sonderaktion Krakau” condotta contro gli intellettuali e gli accademici della capitale polacca, e anche il padre di Anna era nel novero. Convocato ad una conferenza lascia la figlia ad un amico di famiglia farmacista che avrebbe dovuto badare a lei fino al suo ritorno. Purtroppo il professore viene catturato, rinchiuso in una prigione e in seguito deportato in un campo di concentramento in Germania. Anna, già provata nella vita dalla morte della madre, si vede ora anche privata del padre, svanito nel nulla e anche abbandonata da chi avrebbe dovuto prendersi cura di lei. All’improvviso sulla sua strada giunge un uomo alto, magrissimo, un tipo strano con indosso un abito confezionato su misura e con una borsa da medico dall’aspetto consumato. L’uomo le si approccia con tono gentile: “Tu chi sei? […] Chi stai aspettando? […] Dove sono i tuoi genitori? […] Stai bene?”(pag.18-19). Come il padre di Anna anche quest’uomo ha un talento per le lingue: conosce il polacco, il russo, il tedesco, lo yiddish, persino il linguaggio degli uccelli, infatti dinanzi alla sperduta bambina chiama a sé una bellissima rondine che scende a posarsi sulla sua mano per calmarne il pianto, tanto che la piccola resta incantata. E’ un uomo carismatico, diventerà il suo compagno di viaggio: è l’Uomo delle rondini.
Così inizia il lungo viaggio di Anna e dell’Uomo delle rondini, tra le insidie dei boschi e della natura umana, per non farsi trovare. Diventano compagni di viaggio attraverso gli orrori della guerra e la necessità di sopravvivere durante uno dei momenti più bui della Storia. Il loro, oltre che fisico, è soprattutto un viaggio interiore e, se all’apparenza Anna impara la vita dall’Uomo delle rondini, in verità, nel profondo anche lui assimila la freschezza e la purezza della bambina. Evitano bombe, domano soldati, trovano un amico che compie un tratto di cammino con loro. L’Uomo delle rondini non è altro che un vagabondo che non possiede nulla, nemmeno un nome, ma è dotato di straordinarie capacità nonché di adattarsi ai luoghi in cui è costretto a vivere nelle peggiori delle condizioni possibili come in guerra. E’ un dispensatore di saggezza e Anna, bambina sveglia con una grande sete di conoscenza e le innate curiosità e fiducia nel prossimo tipiche dei piccoli, viene forgiata per sopravvivere proprio da lui, che le insegna come pensare e agire davanti al prossimo, come ragionare in situazioni di pericolo, dove anche un semplice sguardo o una frase possono avere un peso fondamentale per la propria vita.
La scrittura e lo stile di Gavriel Savit, con poche ma efficaci descrizioni e con qualche colpo di scena ci portano con questo romanzo a conoscere la storia di una bambina costretta a vivere una situazione dolorosa ed estrema. Anna deve crescere in fretta; la sua figura è il simbolo del passaggio dall’infanzia all’età adulta, quando la realtà si manifesta così duramente da trovare ogni individuo disarmato. L’Uomo delle rondini è un personaggio misterioso, pieno di segreti e, se pur di animo gentile, non permette mai ad Anna di fare breccia nella corazza che si è costruito intorno all’anima, tuttavia tra i due si stabilisce un “dialogo” perchè la bambina impara a interpretare la sua particolare lingua “stradese”. E proprio ciò che rende questo romanzo difficile da dimenticare sono le personalità dei due protagonisti, le loro emozioni, i loro silenzi e i loro sguardi che valgono più di tante parole. Un romanzo d’esordio questo dell’americano Savit coinvolgente e capace di farsi ricordare a lungo.
Recensione di Clara Domenino
Una bambina rimasta sola nella notte della Storia. Un uomo misterioso con un talento speciale per le parole. Un incredibile viaggio insieme verso la salvezza.
«Una piccola meraviglia.» - The Times
Non è bene restare vivi in mezzo a tanta morte.
Ciò vale per la morte che miete corpi nelle case, per le strade e nei boschi, ma anche per la morte che indugia dietro le nostre orecchie e si incolla alle palpebre, come polvere sui vestiti, o sporcizia sotto le unghie, la morte che ci portiamo sempre appresso.
Non è bene restare vivi in mezzo a tanta morte.
Il 6 novembre 1939 Anna Łania perde il padre, la casa, gli amici.
Il 7 novembre 1939 Anna Łania trova un nuovo padre, che sa parlare alle rondini. Anna ha sette anni e conosce già diverse lingue, ma non quella degli uccelli. Per questo quando, il giorno successivo alla deportazione del professor Łania nel campo di concentramento di Sachsenhausen, un misterioso uomo alto e magro chiama una rondine per calmare il suo pianto, lei decide di seguirlo. Insieme iniziano un viaggio attraverso la Polonia e la Russia per cercare di sopravvivere alla guerra, viaggio che il lettore segue attraverso gli occhi della bambina.
Più volte il narratore diventa però onnisciente per fornire dettagli che Anna non può sapere e informazioni sull'avanzamento del conflitto mondiale. Della violenza che insanguinò e brutalizzò il mondo in quegli anni si trovano solo accenni, a volte di una tragicità toccante, come quando Anna si arrampica sui corpi accatastati di una fossa comune per cercare cibo e merci di scambio. Il tono è molto simile a quello delle fiabe e spesso l'Uomo delle rondini spiega ad Anna quel che sta accadendo attraverso allegorie: i tedeschi sono Lupi, i russi sono Orsi, e loro sono in viaggio per garantire la sopravvivenza di un uccello in via di estinzione. All'inizio Anna crede ciecamente a queste favole, e sceglierà di continuare a farlo anche quando, cresciuta, capirà che la persona che ha seguito non è chi pensava fosse. Un uomo che ha scelto di abbandonare il suo nome, un fuggiasco scaltro in grado di sopravvivere a ogni inverno, un poliglotta, un assassino, un premuroso insegnante, un drogato, un padre: l'Uomo delle rondini ha mille facce, nasconde segreti inconfessabili ma è anche in grado di azioni terribili, che determineranno il futuro dei due protagonisti.
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