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Angeli su fondo nero Più che un giallo, un noir! Ambientato in uno dei classici quartieri milanesi (quello tra Lambrate e l'Ortica), racconta una storia dove arte e droga si fondono. L'arte, come la droga, può essere perversione e discesa agli inferi. Vi si adatta bene il più classico dei proverbi: l'apparenza inganna. Qui troviamo il perbenismo esasperato dove conta solo ciò che si presenta alla vista: ma se andiamo a fondo scopriamo l'ingiustizia latente, per cui in galera ci va solo chi non può permettersi una difesa adeguata. Mentre il male si nasconde nella rispettabilità di chi agisce nell'ombra. Un traffico di icone russe si mescola con il traffico di droga. Sullo sfondo abbiamo anche la guerra tra Russia ed Ucraina. Insomma, uno spaccato della società moderna, con i suoi problemi, le sue paure, i dubbi e le certezze, i sentimenti contrastanti, amore e odo, perdono e vendetta. L'autrice coinvolge il lettore che, per placare la propria curiosità, non riesce a smettere di leggere. Certo, al di là della storia, questo libro invita a pensare, a meditare, a credere. Ma ci vuole una forza che va al di là delle capacità umane per sbrogliare la matassa. Che si un ritorno alla divina provvidenza di manzoniana memoria? Oppure un tentativo latente di intravedere al di là del velo che avvolge la nostra vita. Alla fine sono più le domande che le risposte, ma forse è proprio questo che si dovrebbe sempre chiedere ad un libro. Paolo Federici
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