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Un libro che, forse, non porta nulla di originale. Un libro che, diciamola tutta, scopre l'acqua calda! Un libro che non è immune da imprecisioni e, a tratti, da profonde banalità. Ma anche un libro che mancava nel panorama editoriale. Il mio voto non può non essere positivo, da tolkieniano quale sono, per un semplice ma urgente motivo: liberare Tolkien dagli 'esperti' tradizionalisti. Tradizionalisti nel senso di tradizione 'integrale', quindi pagana, ariana, antisemita, nazi-fascista, anticattolica, anticristiana, in una parola 'guenoniana' e 'evoliana'. Non a caso, in più di otto lustri, chi ha violentemente e vergognosamente 'truccato' Tolkien sono state persone che, a livello culturale, hanno sempre avuto seri problemi e che parteggiavano (e parteggiano ancora) per quel super-idealismo di stampo magico, occultistico, esoterico e pericolosamente razzista. Cosa ha da spartire Tolkien con questa gente? Nulla, ma proprio nulla. Un fenomeno tutto italiano, per colpa di una sinistra già fallita dal punto di vista filosofico con il tramonto del gramscismo, soffocato dalla 'rivoluzione floreale' del '68, e una destra 'solare' e magica, imbevuta di esoterismo e chiacchiericcio occultistico. Un libro del genere va premiato, nonostante, e bisogna sottolinearlo, Tolkien abbia avuto un profondo ribrezzo per il 'progressismo e la sinistra in genere. Ma da qui, arrivare a mascherare Tolkien come fascista e tradizionalista (nel senso di cui sopra) è una cosa vergognosa. Grazie a Dio, ultimamente molti saggi stanno rimettendo le cose al loro posto.
Marcello Bassano ti adoro, bravo!!! Non ho letto il libro di Del Corso/Pacere e dopo aver letto i vari commenti credo proprio che salterò. Io sono un'amante di Tolkien, che non ha scritto "solo" il SDA ma c'è un mondo alle spalle che andrebbe approfondito da tutti quelli che non hanno letto il SDA o lo hanno fatto solo superficialmente. Inoltre, che il libro piaccia o meno, non si può negare (perché farlo sarebbe da ciechi e ignoranti) che questo libro sia un chiaro riferimento all'importanza dei VALORI, del SACRIFICIO, l'IMPEGNO, l'AMICIZIA, la FEDELTA', la FORZA DI COMBATTERE ecc ecc ecc e tutti questi valori non hanno parte politica,anche se purtroppo in Italia si tende sempre a strumentalizzare ogni cosa e associare questa o quest'altra cosa alla politica. Questi sono valori che ogni persona dovrebbe avere e la gente che ci specula sopra e continua a strumentalizzare la cosa è solo ignorante. Se poi alcuni (o tutti) questi valori sono anche gli stessi di una fazione o politica o un'altra nn significa un c***, nn sono i valori che sono di parte, ma sono le fazioni che "scelgono" di avere determinati valori. E poi se proprio quelli di sx vogliono vederci un riferimento politico, allora nn hanno osservato bene chi è il protagonista della storia: sono le creature più piccole che cambiano il corso della storia e salva il mondo (per essere brevi)e nn i potenti, dovrebbero quindi essere felici quelli di sx!! Questa era una battuta, concedetemala!
Sbaglia secondo me chi scrive che c'è stato uno "sforzo di annessione culturale dell’opera di Tolkien da parte di intellettuali e politici di destra”, perché la cosa avvenne difatti per via naturale e senza forzatura alcuna se non da parte delle solite grigie e consunte figure dei piani alti della politica. Sbaglia inoltre chi, riprendendo le faziosità scritte da Pecere e Del Corso, limita la critica tolkeniana della destra tradizionalista a un tentativo di riallacciare ISDA a una presunta “Tradizione Primordiale” di stampo guenoniano, dimostrando, al pari dei due imbrattacarte di cui sopra di conoscere ben poco di questa critica che si pretenderebbe, oibò, di criticare. Tant’è che l’interpretazione ‘simbolica’ di Tolkien nasce e si rafforza proprio grazie a studiosi assai differenti tra loro, da Eliade a Jung, da Campbell a Corbin, ecc. Ci azzecca invece chi parla di “rigetto sbrigativo della cultura italiana”, ossia di quell’ambiente all’epoca largamente egemonizzato dalla sinistra marxiana per cui la fiaba e il mito erano attività da fascisti in quanto distoglievano il popolo dalla priorità della lotta di classe. Da qui la scomunica di Tolkien dalla cerchia degli autori ‘dabbene’. E certo poi che la “reprellenza [...] per una società democratica” di cui si accusa la destra radicale tradizionalista (e non estrema o di governo) è un sentimento facilmente ravvisabile anche nel mondo creato da Tolkien, dove un sistema gerarchico conforma la realtà esistente di una società organica dove il sacro e la regalità sono ancora al centro della vita. E anche di questo si è scritto tanto in passato da parte proprio di quegli autori che Pecere e Del Corso, da buoni ultimissimi arrivati, pretenderebbero confutare...
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