Sono passati quasi dieci anni dall’esordio discografico di FILIPPO GAMBETTA. Inciso alla fine del 1999, Stria diede l’avvio a un promettente percorso artistico che i tanti riconoscimenti successivi, anche internazionali, avrebbero confermato passo dopo passo. Bravura tecnica e un particolare gusto musicale l’hanno condotto così a essere uno dei migliori organettisti diatonici italiani. Se Pria Goaea (2002) ne aveva precisato il talento in una dimensione ricca di prospettive differenti è adesso la volta del nuovo Andirivieni a caratterizzare una fase di decisa maturità tematica e compositiva. Pur senza rinnegare la tradizione europea dello strumento in cui si era sinora imbevuto, FILIPPO GAMBETTA opera qui su motivi più distesi, la cui amplitudine garantisce alla musica una riflessività non di maniera. È il caso di brani quali Kevat, Pippi e MisterO (composto e arrangiato da Riccardo Barbera). Ma anche Runaway Lane oppure La lattuga turbolenta, brani dal passo maggiormente accelerato, mantengono un felice aplomb che li allontana da certe urgenze giovanili un po’ troppo scoperte. Gigi è invece una tagliente ballata di sicura presa radiofonica, resa dalla voce suadente del chitarrista Claudio de Angeli e strutturata sulla base di un reel. Accenti sudamericani appropriati segnano invece una ripresa in punta di piedi di Fica mal com Deus di Geraldo Vandré, mentre è lo swing saltellante e gitano di Mariù, inciso in duo con il padre e chitarrista Beppe, a chiudere in bellezza un lavoro che non potrà far altro che suscitare ammirazione in chi alla musica domanda insieme piacevolezza e contenuti profondi. Tra i collaboratori, oltre ai già citati Barbera (basso) e De Angeli, si segnalano Michel Balatti (flauto), Antonio Esperti (clarinetto basso) e Mario Arcari (oboe). FILIPPO GAMBETTA, da sempre impegnato nella divulgazione dell’organetto in diversi contesti musicali, ha sviluppato una tecnica personale su uno strumento a tre file, studiando e traendo ispirazione da molteplici fonti (la tradizione ligure, i moduli ritmici ed armonici balcanici, la musica francese, le sonorità classico-contemporanee). È da notare come in Andirivieni lo si possa ritrovare anche nelle vesti di mandolinista, clarinettista e percussionista, a riprova della sua vivacità e curiosità musicale.
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