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Dettagli

2022
3 marzo 2022
634 p., ill. , Brossura
9788845936616

Descrizione

È ormai chiaro che lo strapotere delle grandi multinazionali, capace di condizionare la vita politica, le scelte economiche, i flussi informativi, costituisce un rischio per le odierne democrazie liberali. Ma il fenomeno è tutt’altro che nuovo. Circa quattrocento anni fa un’audace start-up londinese, dal suo piccolo ufficio nel cuore della City, si lanciò, letteralmente, alla conquista del mondo. La Compagnia Britannica delle Indie Orientali, una delle prime Società per Azioni, avviò l’attività con trentacinque dipendenti e una patente regia che le consentiva di «muovere guerra». Duecento anni più tardi, gli immensi profitti del commercio con le Indie – e un uso spregiudicato della forza e della diplomazia – l’avevano resa più ricca, potente e bellicosa della nazione in cui era nata: disponeva di uno dei più grandi e moderni eserciti permanenti al mondo, e controllava sconfinati territori, governati al di fuori di ogni legittimazione democratica e costituzionale. Inevitabilmente, il suo potere si insinuò anche in patria, rischiando di minarne gli ancor giovani princìpi democratici con la corruzione, i conflitti di interesse, il traffico di influenze.

Valutazioni e recensioni

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Recensioni: 4/5
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Recensioni: 5/5

Come una società per azioni ha conquistato un impero. Del resto (dall'ultima pagina) ..."come dimostrano le recenti avventure americane in Iraq, il nostro mondo non è affatto post-imperialista e probabilmente non lo sarà mai. Al contrario,l'impero sta assumendo le forme di un potere globale..."C'è di che meditare...