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Una felice e colta esplorazione della nostra lingua, degli usi, delle storpiature, dei neologismi e dei mutamenti che la rendono una materia incandescente. E non solo. Perché le parole che scegliamo per comunicare non testimoniano semplicemente dello stato attuale dell'italiano, ma dicono molto di chi siamo.
«La lingua è dinamite allo stato puro, scoppia e cambia in maniera vistosa; si fa sentire, ruggisce, è più viva che mai.» È a partire da questa convinzione che Mariangela De Luca, giovane italianista e professoressa di liceo, ai più nota come vivace e magnetica divulgatrice culturale, ha scritto un libro agile e divertente, eppure capace di aprire un'infinità di porte: una felice e colta esplorazione della nostra lingua, degli usi, delle storpiature, dei neologismi e dei mutamenti che la rendono una materia incandescente. E non solo. Perché le parole che scegliamo per comunicare non testimoniano semplicemente dello stato attuale dell'italiano, ma dicono molto di chi siamo. Il linguaggio, come scrive De Luca, è infatti «un transito continuo tra noi e il mondo, uno sdoppiamento tra chi siamo e chi vorremmo essere, tra chi siamo e chi siamo stati». E «se diventiamo padroni delle nostre parole, saremo automaticamente padroni di noi stessi; ci mostreremo più sicuri, più sereni, più carismatici». Diventare migliori grazie alle parole, le nostre e quelle di chi ci ha preceduto: è questa la prima grande lezione di La lingua parla (di te). Il linguaggio possiede infatti «una forza particolare, in grado di investire e far mutare in meglio i nostri rapporti sociali e lavorativi», e spesso la chiave del cambiamento risiede proprio nelle parole attraverso cui decidiamo di dare forma al nostro mondo e nel modo in cui scegliamo di raccontarlo a chi ci sta attorno.
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