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“Il disperso”, titolo originario del primo romanzo incompiuto di Kafka scritto fra il 1911 e il 1914 e pubblicato postumo nel 1927 da Max Brod, l'amico ed esecutore testamentario di Kafka che cambiò anche il titolo dell'opera facendolo diventare “America”, è definito il suo romanzo giovanile. Si tratta però di un'opera già molto matura nel percorso letterario dell'autore poiché vi traspare nitidamente la grande forza narrativa di Kafka e la sua capacità di creare figure ricche di costrutto, attorno alle quali ruotano i temi cari all'autore praghese, come la solitudine, il senso di sconfitta, il desiderio di comprensione e di giustizia. Alcuni capitoli sono davvero straordinari, in particolare, a mio avviso, quello che porta il titolo di "Hotel Occidental", ove il protagonista, Karl Rossman, lavora come ragazzo degli ascensori presso un grande albergo, caotico e pieno di vita. In questo capitolo risaltano i bellissimi dialoghi attraverso i quali Karl deve difendersi dalle ingiuste accuse del capocameriere e da quelle del capoportiere. Altro capitolo di grande risalto nella narrazione è quello dove è presente il personaggio di Brunelda, ove risalta in maniera straordinaria l'episodio del comizio elettorale osservato dai protagonisti sul balcone di casa. Chiude il romanzo un altro splendido capitolo che Max Brod intitolò “Il teatro naturale di Oklahoma”, dove si rendono chiari i propositi dell'autore di scrivere un finale positivo e pieno di buoni propositi. Nonostante il finale incompiuto il romanzo è senza dubbio il più ottimista dell'autore, privo quasi del tutto di quel senso di profonda angoscia interiore, di smarrimento e di ineffabile sconforto che traspare in maniera più evidente nelle opere successive.
E' il solito Kafka che denota l'assurdità delle transazioni sociali, accentuandone il disagio esistenziale che ne comporta.
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