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L'autore da una ventina d'anni studia la storia e le ideologie del nazionalismo bianco americano, inteso come reazione alle trasformazioni sociali e alle minacce che esse rappresenterebbero per gli stili di vita, i valori e i privilegi di una comunità "bianca" idealizzata. Fin dalle prime fasi della colonizzazione europea alcuni timori turbavano l'America bianca: quelli delle streghe e dei nativi americani, dei britannici che avrebbero voluto sopprimere la libertà americana, poi teorie complottistiche infondate sull'ordine irreligioso degli illuminati, il timore che il papato favorisse l'immigrazione di cattolici dall'Irlanda ed altri paesi per dominare gli USA, il timore che gli abolizionisti, basandosi su teorie di uguaglianza e libertà distruggessero il modello organico e schiavista del sud. Nella seconda metà del XIX secolo il suprematismo del Ku Klux Klan si era opposto al progetto di ricostruzione successivo alla sconfitta militare dei confederati. Temporaneamente un accordo tra repubblicani e democratici aveva favorito l'approvazione delle leggi Jim Crow e l’emergere del sistema segregazionista ed il KKK aveva perso rilevanza. Il Ku Klux Klan era riemerso all'epoca della prima guerra mondiale sfruttando timori diffusi tra bianchi poveri che i problemi economici fossero causati da neri, banchieri ebrei, altre minoranze di immigrati. L'antisemitismo aveva un peso tra gli isolazionisti che si opponevano all'intervento americano contro l'Asse. Nuovi timori furono alimentati dal movimento per i diritti civili e dal processo di desegregazione. In decenni successivi si verificano alcuni attentati da parte di sedicenti “patrioti”, pronti a spiegare il paventato disarmo della popolazione nell'ambito di una cospirazione per distruggere la sovranità americana nel quadro di un immaginario nuovo ordine mondiale. Nel XXI secolo c'è una svolta con l'emergere dell'Alt Right che rilancia vecchie proposte e ossessioni insieme a nuove teorie della cospirazione.
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