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Solo da poco sono finalmente riuscito a procurarmi questo libro e in questo lasso di tempo ho avuto modo di leggere diverse recensioni . La maggior parte di queste pongono l'accento sull'aspetto politico della antologia, definendola illuminista, partigiana, comunista, di sinistra. Di certo, è l'antologia stessa che si qualifica come politicamente impegnata (a partire dal sottotitolo "19 racconti di fantaresistenza"), ma tutto ciò mi ha fatto venire un'idea: provare a leggerla cercando di non considerare questo aspetto, tanto per vedere se avrebbe retto ad una lettura non di parte, se avesse caratteristiche anche letterarie. Il risultato è decisamente confortante: l'antologia è di ottimo livello, ci sono racconti più riusciti e altri meno, ma la media è buona. E testimonia come ormai la fantascienza italiana possa stare alla pari di quella americana, come stile di scrittura, costruzione delle trame, idee di base. Alla fine, i racconti con un chiaro e forte significato politico non sono molti, e quanto a classificarli decisamente di sinistra bisogna fare attenzione: alcuni sono certamente ambigui. Insomma, tutto sommato personalmente non darei tanta importanza alla qualifica politica di questa raccolta: si tratta in effetti di un'ottima antologia di fantascienza italiana, di fantascienza "impegnata" (nel senso che pone dei problemi di carattere sociale e/o psicologico) e non di pura azione (che pure non manca), e ciò dovrebbe bastare per il lettore. L'aspetto politico può essere semmai una sorta di valore aggiunto per un lettore di sinistra, ma non dovrebbe disturbare più di tanto quelli di destra o di centro. Resta il fatto che il libro si pone come portatore di una valenza politica, che come tale è stato concepito dai curatori Walter Catalano e Gian Filippo Pizzo, per questo motivo ha avuto la partecipazione di alcuni dei più importanti nomi della fantascienza italiana: e anche questo qualcosa significa.
Bell'antologia, a dispetto della fine delle ideologie. Meditate, gente.
Esperimento riuscito, mi pare, quello dei curatori. In un momento storico in cui le ideologie sono state abbattute in nome di una pace sociale mai raggiunta e che ha prodotto più danni che benefici, un'antologia schierata era proprio quello che ci voleva. I racconti, pur non essendo del tutto omogenei, rappresentano delle realtà (alternative e no) molto interessanti e altre volte originali. Stilare una classifica è sempre antipatico e spesso dipende dai gusti del lettore. I racconti sono (quasi) tutti superiori alla media e vedere una fantascienza italiana autonoma fa sempre piacere. Lettura assolutamente gradevole.
Recensioni
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