L’articolo è stato aggiunto alla lista dei desideri
IBS.it, l'altro eCommerce
Cliccando su “Conferma” dichiari che il contenuto da te inserito è conforme alle Condizioni Generali d’Uso del Sito ed alle Linee Guida sui Contenuti Vietati. Puoi rileggere e modificare e successivamente confermare il tuo contenuto. Tra poche ore lo troverai online (in caso contrario verifica la conformità del contenuto alle policy del Sito).
Grazie per la tua recensione!
Tra poche ore la vedrai online (in caso contrario verifica la conformità del testo alle nostre linee guida). Dopo la pubblicazione per te +4 punti
Tutti i formati ed edizioni
Quando c'è festa nei miei paesi vengono da lontano i venditori, mangiaspade, mangiafuoco, con mani immense e scamiciate alzano sui bambini la tromba del diluvio, dormono a notte nei fondachi scuri, se ne vanno un mattino sotto la pioggia. Io non ho fiere piú da visitare, e piú m'attempo piú voglio morire.
«Questi versi, scritti su carta da macero con un pennino Perry moltissimi anni fa; sopravvissuti solo quasi per caso alle periodiche fiamme di San Silvestro a cui l’autore fu solito un tempo condannare il superfluo e l’odioso dei suoi cassetti; divenuti, invecchiando, patetici come rulli di pianola o vecchie fotografie; questi versi non vantano probabilmente altro merito per vedere la luce; se non quello, privato, di fare per un momento sorridere, ove ne abbia ancora le labbra capaci, un fantasma di gioventú. Il quale potrà ritrovarvi e riconoscervi, insieme ai relitti di sue antiche pene d’amor perdute in riva al Mediterraneo, le memorie di una lunga attesa e persuasione di morte all’ombra grave della guerra; e le veloci letizie, le lunghe solitudini, dopo il ritorno nel Sud».
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
L’amaro miele (Einaudi, 1982) è l’unico lascito in poesia dell’autore siciliano Gesualdo Bufalino di cui da tempo mi riprometto di leggere il suo più famoso Diceria dell’untore, ma ahimè resta ancora tra quelli da leggere. Con l’amaro miele, dal titolo ossimorico, Bufalino ci narra dei piaceri della vita (il miele) e le conseguenti illusioni e sofferenze, nonché dolori che la vita stessa provoca (cioè l’amaro) con una penna nostalgica e calibrata. Lamento del facile cuore Troppo facile cuore, quando mi crescerai? Ne abbiamo letto libri cattivi con occhi secchi, con unghie nere, nella malora delle quattro mura. O vita, complotto di grandi, improbo gesto, parola non detta, nuvola bassa che non fa diluvio. Ci derisero i topi di granaio, le lascive fameliche colombe, venne a fiutarci un angelo la mano. Fu un viso solo che ci disse no: contali i lugli, contali i gennai, sempre allo stesso tavolo sbagliato. Gli altri si sposano, gridano, vanno. Tu dalla luna scrivi le tue lettere più lunghe d’ieri, più bambine d’ieri. Facile cuore, femmina cuore.
Superlativo utilizzo delle parole. Emozionante.
Parole morbide, rime inanellate le une alle altre... Bufalino è la perla della letteratura mediterranea che rende balsamica ogni lettura.
Recensioni
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
L'articolo è stato aggiunto al carrello
L’articolo è stato aggiunto alla lista dei desideri
Siamo spiacenti si è verificato un errore imprevisto, la preghiamo di riprovare.
Verrai avvisato via email sulle novità di Nome Autore