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La raccolta di racconti "L'amante fedele" fu scritta da Massimo Bontempelli tra il 1940 e il 1946. Comprende quindici racconti nei quali i temi preponderanti, pur essendo diversissimi tra loro, presentano comunque un background comune, quello dello stile della scrittura e dell’architettura della storia, dove ci si imbatte in una sorta di rinvenimento da parte dei protagonisti, che si tratti di una nuova consapevolezza o di una improvvisa conferma della vita o di loro stessi. Si possono in particolare reperire tre temi fondamentali. Alcuni racconti rientrano più propriamente nella corrente del realismo magico, con l'apparizione di presenze fievoli e trasparenti, nonché di un universo elusivo che, in maniera imprevista e repentina, tende talvolta a fare capolino nel cosmo della normalità quotidiana. A questi appartengono, tra gli altri, "Nitta", "I pellegrini", "Luci", "Convegno" e il bellissimo racconto lungo "L’acqua". Vi sono poi alcuni racconti caratterizzati da una specie di indulgente fervore verso l'umanità, in cui l’autore ha come scopo ultimo quello di realizzare una possibile più civile convivenza fra gli uomini. È questa l'ipotesi dei racconti "Imperatrice", "Pietro e Domenico", "Gallo" e del magnifico "Il ladro Luca". Infine vi sono racconti in cui risulta più marcata nell'autore una tendenza e una vena più insensibile e bislacca. Tra questi vi è "Ottuagenaria" e "L’amante fedele". Io ho adorato alla follia proprio questi due ultimi racconti, corrosivi fino a quasi il parossismo. Che dire?... "L’amante fedele" è in breve un ottimo libro, di cui si possono stimare alcuni racconti più che altri, caratterizzato da una stupefacente scrittura, ricolma di bei dialoghi, con una prosa lineare e precisa, ma allo stesso tempo ricca e di volta in volta debitamente asciutta o evocativa. Pochissimi autori contemporanei sono riusciti a conservare una tale abilità... Da recuperare senza fallo!
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