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Altervisione. Un metodo di costruzione condivisa del sapere professionale nel servizio sociale - copertina
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Altervisione. Un metodo di costruzione condivisa del sapere professionale nel servizio sociale - copertina

Descrizione


L'attuale scenario di cambiamento socio-economico e delle politiche sociali, nei mutevoli assetti di welfare, pone chi lavora nei servizi nella condizione di agire nell'incertezza. In particolare, sempre più spesso gli assistenti sociali, e più in generale tutte le professioni d'aiuto, si trovano a interpretare il proprio ruolo in contesti di precarietà operativa, senza elementi rassicuranti sugli esiti degli interventi, dovendo assumere responsabilità non lievi, talora in solitudine. Per questo, è necessario consolidare una chiara consapevolezza delle competenze professionali spendibili e delle potenzialità di produzione di sapere, generato nel corso dell'esercizio riflessivo della professione. L'altervisione si offre come un metodo per accrescere la competenza nella presa di decisioni professionali, traendo apprendimento continuo dall'esperienza personale e dal gruppo professionale. Attraverso l'altervisione si facilita l'acquisizione di capacità per riconoscere e condividere un sapere esperto e poliedrico già presente e ulteriormente acquisibile, moltiplicabile attraverso il confronto, non necessariamente legato all'apporto di un "super"-visore esterno (un esperto super) o di formatori ritenuti più competenti di chi è impegnato sul campo. Nell'altervisione l'attenzione riflessiva è focalizzata sui pensieri che guidano le scelte e le azioni professionali, attraverso una rivisitazione esplicita dei percorsi cognitivi utilizzati da ciascuno per descrivere e comprendere la realtà trattata (casi problematici, azioni, interventi, progetti, etc.). Il metodo si mostra efficace nel rendere riconoscibile e fruibile la competenza professionale, spesso implicita e raramente condivisa, come patrimonio incrementabile nell'organizzazione dei servizi (know how), trasmissibile anche ai meno esperti, confrontabile tra professionisti omogenei o di altre identità professionali. Il testo, presentando la metodologia sperimentata ormai da un decennio da diversi gruppi di operatori sociali, riporta la testimonianza di alcune esperienze di altervisione ormai consolidate e offre concrete indicazioni operative. Per questo, il manuale può risultare utile sia nei precorsi formativi (universitari e di formazione professionale permanente) sia come supporto operativo per i professionisti che intendano praticare l'altervisione.
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Dettagli

2018
2 maggio 2018
218 p., Brossura
9788891769732
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Indice

Presentazioni
Annamaria Campanini, Un supporto allo sviluppo professionale

Alberto Merler,
Una forma di ricerca basata sull'agire comunitario

Introduzione, di Luigi Gui

Luigi Gui, Il sapere in costruzione nel lavoro sociale
(Nella modernità; Una marcia in salita; Da lineare a complesso; Le quattro mosse; Il pensiero e la realtà; L'implicito e l'esplicito; Ricapitolando)

Elisabetta Kolar, Word work. Pratiche dialogiche e istanze di azione del social work
(Tra il dire e il fare; L'oggetto del servizio sociale; Il dominio di studio; L'uso delle parole nella teoria e nella pratica; Dal linguaggio alle correnti di pensiero del servizio sociale; Una riflessione che continua)

Marilena Sinigaglia, Imparare dai problemi sociali: il percorso abduttivo
(Apprendere provando; La "soluzione" dei problemi; L'abduzione nella retorica; L'abduzione teoretica e pratica: alcuni spunti tratti dai filosofi "artificiali"; L'Abduzione visuale; La creatività nell'abduzione)

Luigi Gui, La metodologia dell'altervisione
(Premessa al metodo; Gli obiettivi; Prendere le misure; Zaino e binocolo; I cinque steps del metodo)

Marilena Sinigaglia, Ricerca sulla sperimentazione in un decennio
(Una nota introduttiva; I dilemmi maggiormente affrontati; Sapere di poter fare; Sapere di poter essere)

Esperienze e pratiche di altervisione
(Stefania Madeddu, L'esperienza di Genova, dalla voce dei primi "altervisori"; Rossella Di Marzo, Chiara Egitto, Altervisione tra assistenti sociali di diversi servizi. L'esperienza nel Cadore; Sara Menaballi, Laura Antonelli, Altervisione e processi di empowerment di assistenti sociali. Esperienze da Lecco e da Venezia; Stefano Chicco, Know how nell'organizzazione. Potenzialità dell'altervisione dall'esperienza di Trieste)

Andrea Vargiu,
Altervisione e pratiche della responsabilità
(Metodo e riflessività; Responsabilità)

Francesco Lazzari, Sviluppare conoscenza nel welfare
(Altervisione per chi?; Altervisione come?; Verso una conoscenza più compiuta?; Conoscenza: viaggio tra riconoscimento e responsabilità, narrazione e riflessività)

Luigi Gui, Conclusioni e aperture

Maria Dal Pra Ponticelli, Postfazione

Riferimenti bibliografici
Notizie sugli autori

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