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Dopo un interminabile viaggio ai confini del mondo, per il mago Taita è tempo di tornare in Egitto. La sua terra è afflitta da piaghe senza fine: sulle regioni del Nilo si è abbattuto il flagello della peste, che non ha risparmiato neppure i figli del faraone Nefer Seti. E mentre i nemici tramano per mettere le mani sul regno, su di esso piomba un nuovo, pericoloso flagello: il fiume, fonte di vita e di prosperità, si è ridotto a una serie sconnessa di pozze fangose color sangue. Uno scenario drammatico in cui si diffonde il culto di una nuova, misteriosa dea (Eos, che nella lingua greca è l’aurora). Disperato, il faraone chiede al mago Taita di rimettersi in cammino. Solo il grande mago, che un tempo era uno scriba e ora accoglie in sé arcani poteri, ha qualche speranza di scoprire e sconfiggere la minaccia che si annida alle fonti del Nilo. Il nuovo viaggio che lo attende lungo il maestoso fiume è lungo, colmo d’insidie, avvolto da un'ombra nera. Purtroppo il racconto è prolisso e quasi sterminato (631 pagine nell’edizione TEA) e offre ben pochi fatti reali accaduti. Il resto è favola, pura leggenda, un interminabile diluvio di eventi magici e soprannaturali e non offre nulla sulle condizioni storiche e sulla vita reale dei cittadini in Egitto nel periodo contemplato dal romanzo stesso. E’ un racconto che vale scarsamente la pena di leggere e che ruba solo tempo prezioso al lettore. Più che portarci alle fonti del Nilo Wilbur Smith ci spinge sull’orlo dell’esasperazione per un racconto che nulla ha di verosimile.
non sono per i libri storici, ma sono arrivata alla fine senza non poca difficoltà. Troppo descritto minuziosamente, persino la morte degli animali. Solo per quello volevo abbandonare la lettura infinite volte
Mi è piaciuto molto. Credo sia il migliore della serie del mago Taita... sempre che wilbur smith non si superi con l'ultimo capitolo della saga!
Recensioni
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