Le poesie di "Alibi" sono poesie d'amore. Non importa che l'amore sia immaginario o reale, è l'amore ad essere raccontato. Un amore trattato e vissuto come un male, e insieme come la sola liberazione dal male. Sono poesie da album, ma un album visitato da una tristezza veggente di chiromante pazza, che interroga, cieca, le linee confuse e arruffate del suo destino, senza riuscire ad afferrarlo, perché quello che la tradisce e le manca sono proprio il cinismo, l'astuzia e il terra-terra del mestiere. Il protagonista di Alibi è sempre il futuro, la conoscenza, la divinazione, la spiegazione data a se stessa di un destino sempre più simile a una condanna e a un inferno, e se c'è qualcosa che non finisce di sorprendere, in questo album capovolto e mostruoso, è che la pitonessa che si arrovella sulle fatture e i filtri, e fa versi simili alle cantilene e ai sortilegi che accompagnano la magia, non smette per questo di essere una ragazza sognatrice che vuole l'amore e aspetta la felicità. In appendice: "Quaderno inedito di Narciso". )
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