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Haim Shapira, pensatore acuto con il gusto per le implicazioni filosofiche della matematica, ha raccolto i più stimolanti paradossi, equazioni, dimostrazioni e contro dimostrazioni che ruotano intorno al concetto di infinito.
È tarda sera, la stanza è vuota. Fuori dalla porta sono allineate infinite palle da tennis numerate. Quando mancano 30 secondi alla mezzanotte, nella stanza vengono gettate le palline 1 e 2, ma la 1 è subito espulsa. Passano 15 secondi: entrano la 3 e la 4, ed è respinta la 2. Lo schema si ripete così senza sosta: via via che il tempo si dimezza, due palline rotolano dentro e una fuori. Quante ce ne saranno a mezzanotte? Infinite e nessuna, entrambe le risposte sembrano valide e da tempo autorevoli sostenitori si battono per dimostrare l'una o l'altra. È il famoso paradosso di John Littlewood, che nella sua semplicità dimostra la vastità della matematica: rigorosamente logica, frutto del pensiero più puro, ma anche acrobazia intellettuale aperta a tutti i ragionamenti e le contraddizioni. Haim Shapira, pensatore acuto con il gusto per le implicazioni filosofiche della matematica, ha raccolto i più stimolanti paradossi, equazioni, dimostrazioni e contro dimostrazioni che ruotano intorno al concetto di infinito, da Pitagora a Hilbert, e li espone in questo libro con umorismo e leggerezza. Ponendosi un solo limite: utilizzare un linguaggio comprensibile a tutti e attenersi alle quattro operazioni di base. Dietro l'apparente semplicità, si nasconde una vera palestra per la mente, accessibile e stimolante, che dimostra al contempo la finitezza del nostro orizzonte e l'infinitezza del nostro sguardo.Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Haim Shapira è quello che nel mondo anglosassone si chiama un polymath, uno che si dedica a tantissime cose diverse. Stavolta parla di matematica e infinito, affermando che non userà più delle quattro operazioni - non è proprio del tutto vero, ma quasi - con un approccio forse più vicino alla filosofia che alla matematica e sicuramente in modo da stupire i lettori con gli effetti speciali, oltre che ricordare a ogni piè sospinto che con l'infinito non valgono le nostre solite regole aritmetiche. Nell'ultimo capitolo la traduzione ha cominciato a vacillare, con termini matematici tradotti letteralmente e quindi incomprensibili. Occhei, sarebbero incomprensibili comunque per chi non è matematico, e il matematico ha idea di cosa dovrebbero essere: ma ad ogni modo non si fa così. Una curiosità che non so come togliermi sulla traduzione: perché è indicata essere di Giuseppe Romano "per Studio editoriale Littera"?
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