L’articolo è stato aggiunto alla lista dei desideri
IBS.it, l'altro eCommerce
Cliccando su “Conferma” dichiari che il contenuto da te inserito è conforme alle Condizioni Generali d’Uso del Sito ed alle Linee Guida sui Contenuti Vietati. Puoi rileggere e modificare e successivamente confermare il tuo contenuto. Tra poche ore lo troverai online (in caso contrario verifica la conformità del contenuto alle policy del Sito).
Grazie per la tua recensione!
Tra poche ore la vedrai online (in caso contrario verifica la conformità del testo alle nostre linee guida). Dopo la pubblicazione per te +4 punti
Tutti i formati ed edizioni
Questa biografia, composta grazie a un ampio scavo archivistico e a un vaglio dello stesso Fondo Schiavi, costituisce un modello anche per l'equilibrio tra meticolosa ricostruzione ambientale e controllata adesione alle ragioni del protagonista. Il rischio di un declino degli studi sul socialismo italiano e sulla sua componente riformista, in una stagione nella quale tutti rivendicano di essere stati in qualche modo riformisti e la tradizione socialdemocratica viene giudicata, o liquidata, a partire dai suoi amari esiti, è più che imminente. In realtà, l'esperienza di persone come Schiavi testimonia la ricchezza di un apporto che in certe fasi appare addirittura di eccezionale lungimiranza. Si pensi al ventennio conclusivo della sua lunga vita, quando Schiavi si impegnò in una battaglia europeista incentrata sulle autonomie locali, accettando così una sfida che la sinistra italiana tardò a comprendere o criticò dall'esterno. Gli anni di funzionario all'Umanitaria di Milano segnarono uno dei momenti alti della sua riflessione sulla città. Oggi se ne vedono le illusioni, ma insieme si coglie la penetrante analisi sociologica. I toni della sua critica della modernità poterono essere scambiati da Gramsci per "fanfara fordistica", ma in realtà innestavano nella cultura del movimento operaio proposte meritevoli del più ampio ascolto. La linea editoriale della quale fu promotore con Laterza, con la traduzione di autori quali De Man e Déat, si rivelò ai suoi stessi occhi improduttiva, se non errata in partenza. Certe notazioni di diario dell'ottobre 1940 rivelano una nuova sensibilità verso le tematiche del liberalsocialismo, difficilmente conciliabili però con una concezione del socialismo (da parte del Psli, 1947!) come "un altro cristianesimo, un'altra sorta di comunità religiosa".
Roberto Barzanti
L'articolo è stato aggiunto al carrello
L’articolo è stato aggiunto alla lista dei desideri
Siamo spiacenti si è verificato un errore imprevisto, la preghiamo di riprovare.
Verrai avvisato via email sulle novità di Nome Autore