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Il giovane Jehoshuà che sta preparandosi per il suo Bar Mitzvà, il battesimo ebraico: e che poi, come nei celebri “Giardini dell’ Eden” di Paolo Alatri , forse entrerà nella comunità iniziatica degli Esseni di Qumran. Per poi uscirne, nel momento in cui, pur nella profondità dell’ ispirazione, vi sentirà aleggiare la tentazione della “torre d’avorio”, della “splendid isolation” in un mondo perfetto ma quasi autoreferenziale, incapace d’ uscire e combattere per cambiare il mondo vero. Il giovane Jehoshuà, circondato da vari "personaggi in cerca del divino autore",è al centro de “L’Aleph e il Taw”. Romanzo che Patrizia Cotroneo Trombetta, studiosa di religioni, spiritualità e esoterismo, e infaticabile animatrice della libreria “Libridea”, ha dedicato al ribollente magma, politico e religioso, della Palestina del I sec. D.C. Fra i temi principali del libro,la consapevolezza della sostanziale ebraicità dei principali concetti del messaggio cristiano. Consapevolezza che fa giustizia di millenni di calunnie antiebraiche e di forzate antitesi fra nucleo principale dell’ebraismo ( sintetizzabile, rileva l’ Autrice, nel rivoluzionario comandamento del “Levitico” “Ama il tuo prossimo, perché egli è te stesso”, piena anticipazione della “Civiltà dell’amore” inaugurata dall’Uomo di Nazareth) e messaggio cristiano ( antitesi abilmente sfruttate, nel secolo scorso, dai totalitarismi antisemiti: su l legame cristianesimo-ebraismo, vedere anche i saggi su “Micromega”, luglio 2007). Come nella celebre “Indagine su Gesù”, di Corrado Augias , emerge, infine, anche l’indubbio legame ( poi messo in ombra dalla “vulgata” paolino-costantiniana ) fra cristianesimo originario, evangelico, e migliori esiti della filosofia classica ed ellenistica.
L'Aleph e il Taw è l' opera prima della scrittrice Patrizia Cotroneo Trombetta. Studiosa, da vent' anni, di religioni, spiritualità e dimensione iniziatica. Aleph e Taw sono la prima e l' ultima lettera dell' alfabeto ebraico. Rappresentano il mestero tra mondo materiale e immateriale, tra numeri e lettere, tra uomo e Dio. Il protagonista, Tamil, intraprende un viaggio interiore, incontrando maestri del mondo misterico, fino a quello decisivo, con il Cristo dodicenne. Il romanzo spinge il suo sguardo sul rapporto tra cristianesimo e gruppi religiosi del mondo giudaico. Non intraprende da solo, questo viaggio. Ad accompagnarlo, due maestri. Prima uno, poi, l' altro, infine, entrambi. Lo aiuteranno a capire sè stesso e a scoprire qualità che era ignaro di possedere. Il libro procede con una narrazione reale, concreta, sebbene, in alcune immagini, sia costruito con evocazioni fantastiche, quasi sognanti. Risultato: un libro piccolo, ma molto forte. E' apparso come un vantaggio il fatto che l' autrice non sia ebrea, ma nello stesso tempo, espertissima di questa materia, a tal punto da creare collegamenti importantissimi tra varie religioni. E' un libro di introspezione, riflessione... Si percepiscono passione e trasporto, forza e originalità, espresse dall' autrice con grande padronanza di una materia a molti ancora poco nota, che, tuttavia, non può prescindere dal Cristianesimo.
Ho letto L' Aleph e il Taw tutto d'un fiato. E lo leggerò di nuovo. Non solo perchè è un libro scritto benissimo, con una narrazione ricca, fluida, coinvolgente; ma soprattutto perchè è un libro che parla direttamente alla nostra anima, e che proviene dalle sue profondità: dalle sue pagine traspare una luce interiore che solo gli autentici ricercatori spirituali sono in grado di trasmettere. Spero che venga conosciuto ed apprezzato da un pubblico molto vasto, perchè porge con tanta forza e freschezza il senso della presenza del Cristo nella storia dell' uomo, che sembra di coglierlo per la prima volta. Grazie di averlo scritto Alessandra
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