A Cronilandia, un pianeta dove esisteva solo la cronaca e le fiabe erano vietate dalla legge, regnava un Re che si chiamava Alfredo. Il re Alfredo soffriva molto perché in verità lui era un amante delle fiabe, ma non poteva svelare a nessuno questa sua segreta perversione. Era un Re illuminato, ma in un paese dominato dalla cronaca e dalle volgarità, non c’era spazio per le favole. Re Alfredo però a un certo punto non riuscì più a trattenersi: doveva assolutamente ascoltare delle favole, altrimenti non si sarebbe più addormentato, mettendo a repentaglio la sua salute. Così cominciò a reclutare illegalmente i più importanti raccontatori di fiabe del pianeta, gente che viveva reclusa in nascondigli nelle periferie delle città, e che ogni giorno rischiava la galera in nome della fantasia. I collaboratori del Re lo informarono dei rischi che avrebbe corso se le autorità si fossero accorte del continuo andirivieni di tutti questi inventori di fiabe nella sua reggia. Allora il re decise che si sarebbe fatto raccontare le favole al cellulare. Re Alfredo non era mai sazio, voleva sempre le favole più belle, quelle che lo facevano emozionare e sognare di più, distraendolo dalle fatiche quotidiane. Con l’orecchio incollato al cellulare ascoltava una fiaba e se gli era piaciuta pagava il fiabista con assegni da migliaia di euro e lo ricopriva di gioielli e regali preziosi. A volte succedeva che uno stesso inventore di fiabe fosse così bravo che dovesse rimanere sveglio al telefono per tutta la notte col re che gli diceva: dai, raccontamene un’altra! E quello stremato se ne inventava una nuova, fino a quando crollava dal sonno comunque felice per tutti i soldi che aveva guadagnato. Le autorità cominciarono a insospettirsi quando molti raccontatori di fiabe vennero trovati in possesso di auto di lusso. Alcuni di loro, che fino a qualche mese prima vivevano in anguste topaie, adesso dimoravano in sontuosissime ville, serviti e riveriti da intere squadre di camerieri. E fu così che il cellulare del re fu messo sotto controllo. Quel che ne venne fuori è ormai sotto gli occhi di tutti: il re, infischiandosene della legge, trascorreva le notti a farsi raccontare centinaia e centinaia di fiabe: come poteva poi essere efficiente l’indomani mattina per governare Cronilandia? Il volume che segue è la raccolta delle fiabe che sono state trascritte dalle intercettazioni di quelle telefonate notturne. Esse consentirono poi di procedere all’arresto di re Alfredo che da ormai dieci anni vive nelle carceri di Cronilandia dove si sta disintossicando da dipendenza da fiaba. Venuto a conoscenza tramite i suoi avvocati della pubblicazione di questo volume ha voluto contribuire a illustrare le fiabe con i propri disegni, che ancora una volta ci mostrano il suo attaccamento ai mondi immaginari delle fiabe. L’augurio di tutti i cittadini di Cronilandia è che prima o poi re Alfredo guarisca completamente. Il nostro augurio di terrestri è che invece non guarisca mai. Gabriele Picco: sono nato a Brescia nel 1974, mi sono laureato in lettere moderne alla statale di Milano. Nel 1987 sono stato capocannoniere al torneo di calcio Mario Bettinzoli, categoria allievi. Con miei disegni, dipinti e sculture ho partecipato a mostre in spazi pubblici e privati in Italia e all’estero. Alcuni miei lavori sono presenti in musei quali Moma (New York), Michetti (CH) e Montevergini (SR). Ho pubblicato due romanzi: Aureole in cerca di santi (Ponte alle Grazie 2002), Cosa ti cade dagli occhi (Mondadori 2010), tradotto in spagnolo, catalano e portoghese, finalista in concorso al Premio Viadana 2011.
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