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Valutare la scuola, ovvero raccogliere dati per valutare l'apprendimento degli studenti, nonché l'insegnamento dei docenti e l'apporto organizzativo e culturale del capo d'istituto è una questione molto complessa che ha impegnato lo studio e la ricerca internazionale ai massimi livelli. Inutile dire che nel nostro paese la valutazione di sistema ha interessato sparuti convegnisti e sofisticati lettori, mentre la cultura nazionale ha proseguito la sua strada fatta di resistenze corporative. Il problema, in realtà, non è quello di valutare o meno docenti e dirigenti, quanto di rendere l'operato della scuola accountable e reliable. Solo una scuola poco significativa per il suo paese può continuare lungo le rotte più o meno conosciute e tradizionalmente accettate: a quella scuola vengono riconosciuti pochi finanziamenti e pochi aneliti di cambiamento. D'altra parte, una scuola che rende conto del suo operato pubblicamente appartiene a un tessuto civile che rende conto pubblicamente del suo operato. Nonostante tutto, senza valutazione complessiva, non si giustifica una scuola dell'autonomia, diversamente caratterizzata sul territorio nazionale.
Il libro Agire le competenze chiave presenta in edizione italiana il progetto DeSeCo (Definition and Selection of Competencies), lanciato dall'Ocse nel 1997 con l'obiettivo di fornire una più solida struttura concettuale di riferimento su cui condurre indagini internazionali per accertare il livello degli apprendimenti acquisiti e il possesso di diverse competenze chiave. Particolarmente interessante la presenza di interventi puntuali e arricchenti di opinion leader come Norberto Bottani, Giacomo Vaciago, Daniele Scaglione e Roberto Panzarani, che allargano il punto di vista e lo avvicinano alla nostra realtà. In particolare, i capitoli 5 e 6 spostano la discussione nell'ambito della valutazione e degli indicatori delle competenze chiave.
Chiara Macconi
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