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Anno edizione: 2017
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Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Un disco minore ma comunque da non sottovalutare, James Blunt dopo il grandissimo successo (e maturità) di "Moonlanding" riesce quasi a ripetersi senza cadere in poca originalità, il disco "the Afterlove" è comunque più commerciale ma ha ancora molti spunti originali e creativi e su tutti il pezzo "California" li estrapola e da agli ascoltatori. Mi piace lo stile classico di James Blunt che si fonde con una sorta di elettronica e chiave più moderna, non è più lo stesso di "Back to Bedlam".
Recensioni
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“Le persone dicono cose cattive / Mi hanno chiamato stronzo e in tanti altri modi / Ammetto di essermelo meritato ma non vuol dire che non faccia male”. James Blunt inizia il disco cosi`, con la prima strofa del singolo Love Me Better che segue i video comici sui social da 2 milioni di click (geniale quello nella vasca da bagno).
E` il suo atteggiamento: petto in fuori e sincerita` al limite dell’arroganza sciolta in melodie scintillanti e una conoscenza impeccabile del pop. James e` un ragazzo intelligente e il coraggio non gli manca. Anzi, a uno che e` stato ufficiale militare in Kosovo il music business deve sembrare un gioco.
Quando veniva guardato con sospetto per il suo passato nell’esercito, ha risposto con la purezza di You’re Beautiful e oggi, dalla sua villa a Ibiza ha capito dove vanno i gusti musicali inglesi e li segue costruendo con cura un disco di ballad che galleggiano sul suo registro vocale cosi` particolare e si piazzano tra i nuovi Coldplay, il languore degli xx (Lose My Number), la chitarra di un Ed Sheeran adulto e piu` sgamato e il racconto del reale, emotivo e del mondo (The Bartender).
E dopo essersi fatto un giro, James torna nel suo posto preferito con un finale acustico sublime (The Time of Our Lives, Heartbeat, Paradise). Per ricordare che in fondo lui e` sempre stato li`.
Recensione di Michele Primi.
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