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Se cercate l'Africa dei grandi spazi, dei cieli bassi e dei parchi nazionali, questo libro non fa per voi. Se invece volete saperne di più sull'Africa degli africani, allora Afrozapping soddisferà molte delle vostre curiosità. La forma scelta dall'autore per raccontare il continente dove tutto ha avuto inizio qualche milione di anni fa, é quella degli appunti di viaggio. Il linguaggio é quello diretto del reporter viaggiatore che descrive ciò che vede e Ramazzotti, pur limitando allo stretto necessario le interpretazioni personali, riesce a trasmettere le proprie emozioni al lettore con grande maestria di narratore. L'Africa raccontata dall'autore é quella di tutti i giorni, quella che convive, nel bene e nel male, con le proprie contraddizioni. Un'Africa composta da mille etnie che si disprezzano l'un l'altra da sempre, ma che da poco più di un secolo sono costrette a convivere dentro confini tracciati dagli interessi delle potenze coloniali del XIX secolo. Popoli convertiti al Cristianesimo e all'Islam, ma che rimangono profondamente animisti. Genti sfruttate da sempre, che vivono in condizioni di perenne emergenza e che, nonostante tutto e tutti, riescono a trovare forza ed energie per cavarsela ancora una volta e sorridere. Lettura consigliata a tutti coloro che amano il continente nero per quello che é.
il libro ha due grandi vantaggi che diversi dei libri che ho letto riguardo all'Africa non hanno: 1)anche se le varie storie e le descrizioni sono molto sentite, e anche se l'autore lascia sempre ben intendere la sua opinione in materia, non c'è quella disomogeneità che si riscontra quando un autore disquisisce su un argomento che lo tocca così profondamente. 2)il libro non sta dalla parte degli africani e non sta dalla parte degli occidentali; ma è un piacevole viaggio nei resoconti di chi sa che quando si è detto Africa non si è detto tutto. Da leggere, indubbiamente.
Recensioni
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A dieci anni dal successo di Vado verso il Capo, Sergio Ramazzotti torna a scrivere di Africa. All'Africa Ramazzotti è legato da un intimo rapporto di odio-amore. Protagonisti assoluti di questo viaggio non sono i luoghi, ma le idee, le parole, i fatti, le credenze, la visione del mondo degli africani. Per le fonti, Ramazzotti si affida alle pagine di cronaca nera dei giornali locali e al sentito dire. Quel che viene fuori è un vero e proprio zapping tra aneddoti e racconti, che ci restituisce l'immagine di un'Africa caotica, vorticosa, disperata, colorata, cruenta, magica, incantata, vera. Ramazzotti riflette, con onestà e senza retorica, sul significato della parola "sviluppo", sull'orrenda bellezza dello stato di natura in cui vivono molti africani, sul significato della morte a queste latitudini, sulla violenza. Temi non nuovi come le guerre interetniche, le giunte militari, le lotte per il controllo delle materie prime, l'Aids e la prostituzione, il conflitto tra cristiani, animisti e musulmani vengono osservati dal punto di vista originale e scomodo di chi, nell'ultima decade, ha finito col trovarsi spesso a cavallo fra due continenti, preso fra due culture e costretto a non schierarsi a priori.
Imperdibili sono i racconti di cronaca nera presi dai giornali o sentiti in qualche bettola, storie che parlano di truffe via e-mail (le famose e-mail che tutti riceviamo, che cominciano sempre con un "Dear Sir" e propongono improbabili tresche finanziare), di magia e stregoneria, di colossali o piccoli episodi di corruzione. Sono storie che disegnano un'Africa tra il post-moderno e il medioevale, feroce e incantata, popolata da troppi furbi e da troppi ingenui, come nei racconti di Boccaccio.
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