"Due cose sono infinite: l'universo e la stupidità umana, ma riguardo l'universo ho ancora dei dubbi", parola del più noto genio dell'era moderna, Albert Einstein. Nel corso dei secoli in molti hanno espresso un parere simile. Già nell'Antico Testamento leggiamo che "il numero degli stolti è infinito". Alexandre Dumas figlio dilatò l'idea fino al sublime: "La terra, il cielo, gli astri, l'infinito. Ci si sente schiacciare. Ma c'è un infinito ancora più stupefacente: la stupidità". Si pensa alla stupidità come al contrario dell'intelligenza. In realtà, stando al premio Nobel André Gide, "il numero di stupidaggini che una persona intelligente può dire in un giorno è incredibile". Secondo la brillante intuizione di Nicolas Gómez Dàvila infatti "l'uomo non è padrone della propria intelligenza: ne riceve semplicemente le visite". Spesso si tratta di visite di cortesia, talmente rapide da non lasciare segno. Sembra insomma che la stupidità sia essenziale alla natura umana, il punto di partenza e di eterno ritorno, e che l'uso dell'intelligenza sia come un esercizio difficile che basta niente a disimparare. )
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