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Dettagli

2021
13 gennaio 2021
304 p., Brossura
9788830103245

Descrizione

Libro vincitore del Premio Campiello 2021
Finalista Premio Stega 2021

Giulia Caminito dà vita a un romanzo ancorato nella realtà e insieme percorso da un’inquietudine radicale, che fa di una scrittura essenziale e misurata, spigolosa e poetica l’ultimo baluardo contro i fantasmi che incombono. Il lago è uno specchio magico: sul fondo, insieme al presepe sommerso, vediamo la giovinezza, la sua ostinata sfida all’infelicità.

«È impossibile non essere coinvolti e trascinati da questo romanzo di eleganza e maturità fuori dal comune» - Nadia Terranova, Tuttolibri

«Una voce luminosa e potente, come una lunghissima poesia, come non se ne sentono da tempo, davvero da non perdere» - Maria Grazia Ligato, Io Donna

«Una scrittura secca e agra, illuminata da abbagli di breve e intensa prosa poetica» - Fulvio Panzeri, Avvenire

«In un romanzo a tratti visionario e affidato a una lingua corposa, dalla consistenza materica, mentre Antonia resta "scolpita nel marmo della sua maternità", Gaia, personaggio capace di suscitare nel contempo solidarietà e profonda avversione per il crescente cinismo, "muta come biscia al sole"» - Marzi Fontana, la Lettura

Io sono stata un cigno, mi hanno portata da fuori, mi sono voluta accomodare a forza, e poi ho molestato, scalciato e fatto bagarre anche contro chi s'avvicinava con il suo tozzo di pane duro, la sua elemosina d'amore.

Odore di alghe e sabbia, di piume bagnate. È un antico cratere, ora pieno d'acqua: sulle rive del lago di Bracciano approda, in fuga dall'indifferenza di Roma, la famiglia di Antonia, madre coraggiosa con un marito disabile e quattro figli. Antonia è onestissima e feroce, crede nel bene comune eppure vuole insegnare alla sua figlia femmina a non aspettarsi nulla dagli altri. E Gaia impara: a non lamentarsi, a tuffarsi nel lago anche se le correnti tirano verso il fondo, a leggere libri e non guardare la tv, a nascondere il telefonino in una scatola da scarpe e l'infelicità dove nessuno può vederla. Ma poi, quando l'acqua del lago sembra più dolce e luminosa, dalle mani di questa ragazzina scaturisce una forza imprevedibile. Di fronte a un torto, Gaia reagisce con violenza, consuma la sua vendetta con la determinazione di una divinità muta. La sua voce ci accompagna lungo una giovinezza che sfiora il dramma e il sogno, pone domande graffianti. Le sue amiche, gli amori, il suo sguardo di sfida sono destinati a rimanere nel nostro cuore come il presepe misterioso sul fondo del lago.

Proposto da Giuseppe Montesano al Premio Strega 2021 con la seguente motivazione:
«È con piacere che presento a questa edizione del Premio Strega L’acqua del lago non è mai dolce di Giulia Caminito, una storia ambientata nel paese lacustre di Anguillara Sabazia, una provincia italiana simile e diversa da molte altre province letterarie: dove le case popolari si intrecciano alle villette, all’antico centro storico, al lungolago e ai capannoni in uno sviluppo disarmonico che rispecchia e genera le disarmonie del vivere, uno sviluppo malato nel quale si annidano oscuri i conflitti. In questi luoghi narrativi Giulia Caminito dipana i percorsi di una famiglia proletaria dominata dalla potenza e prepotenza di una madre, Antonia, la prima a imporsi sulla scena con uno stratagemma e una protesta degni della migliore tradizione neorealista, quella inventiva degli inizi. Ma autentica protagonista del romanzo è sua figlia Gaia: voce narrante che sembra spuntare dal profondo, e sguardo che smaschera ogni convenzione sociale – pur restando alla fine imprigionata nelle contraddizioni di un benessere sempre inseguito e sempre destinato a sprofondare nella melma. La maturità narrativa raggiunta da Giulia Caminito sta proprio nella voce e nei gesti di Gaia, nella quale la timidezza affilata e la rabbia soffocata vengono nutrite dalla vergogna, la fatica di un’adolescenza sgraziata sboccia in violenza e la tenerezza si deforma in strazio, secondo una scrittura che è capace allo stesso tempo di distanziamento stilistico e di immedesimazione emotiva. E colpisce il modo in cui la Caminito sa cogliere una realtà contemporanea tracciando una parabola sociale che punta inesorabilmente verso il basso: dalla testarda speranza con cui la madre tenta di restare a galla in un mare di ingiustizie, alla sconfitta desolata della figlia che affonda in un’acqua avvelenata dal risentimento, appesantita da miraggi scadenti e da una cultura che promette ma non mantiene.»

Valutazioni e recensioni

4,2/5
Recensioni: 4/5
(277)

Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.

Recensioni: 5/5

Troppo lirismo mi ha tenuta lontana dalla trama e non mi ha permesso di empatizzare con la protagonista.

Recensioni: 5/5

Ho finalmente letto questo libro premiato al Campiello nel 2021, Non immaginavo la storia ma mi incuriosiva il titolo. Al primo impatto c’è la modalità della scrittura che mi ha stupita. E’ tutto raccontato in prima persona dalla protagonista. I colloqui, le parole sono tutte narrate in prima persona, ma ci si abitua presto perché l’autrice è bravissima nel farlo e ti sembra di essere lì con lei mentre narra le varie situazioni. Poi ci sono i personaggi principali: la madre Antonia che è una donna eccezionale, dura, forte, che non molla mai e che trascina la famiglia verso una vita almeno decente e rispettabile. Lei, la protagonista, Gaia, con un carattere difficile che non ammette errori né da parte sua, né dagli altri. Il libro attraversa gli anni della infanzia e della gioventù di Gaia, con le varie amicizie, quelle vere e quelle false, ma in ogni rapporto c’è qualcosa di intenso o di interessante o di brutto o di vero o di falso. Tanta roba in questo libro. Mi ha preso e l’ho letto con passione, mi sono sorpresa anche a parlare da sola con la protagonista! Nella copia che ho letto c’è anche un ultimo capitolo che non c’era nella prima edizione e che forse serve ad “acquietare” le eventuali ansie del lettore rispetto alle sorti dei protagonisti. Vi consiglio caldamente di leggere questo bel libro e vi auguro buona lettura!

Recensioni: 5/5

Mi è piaciuto molto il modo di caratterizzare i personaggi messi all'angolo dalla società abbandonati dallo Stato ma determinati a sopravvivere a tratti cattivi invidiosi e gelosi. Il libro descrive senza ipocrisia la realtà e le amarezze della vita di oggi Bello! Lo consiglio

Recensioni: 5/5

Un accozzaglia di storie (come la stessa autrice dichiara alla fine del libro) che rendono inverosimili i personaggi. Non c'è una nota positiva ... sconsigliato