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Ero molto scettica prima di leggere questo libro, perché mentre l'Eloisa di Rousseau la conoscono tutti questa invece rimane nell'ombra. Non è esattamente la storia di Eloisa e Abelardo come la intendiamo oggi. Non è un romanzo. Sono una serie di spunti di riflessioni che partendo da Eloisa e Pietro spaziano alla letteratura, all'io, al sapere, ai libri e al loro ruolo nel nostro mondo. C'è un Abelardo scrittore e un Abelardo amante di Eloisa, combattuto su quale dei due far prevalere. Fa riflettere perché Feuerbach ha colto il dissidio Abelardiano tra l'uomo e il filosofo meglio di chiunque altro, soprattutto tra gli autori moderni.
Recensioni
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È qui presentata al pubblico italiano un'opera largamente sconosciuta e singolare del giovane Feuerbach che spazia fra letteratura e filosofia, aneddoti e argomentazione, analogie e confutazioni sullo sfondo di suggestioni provenienti dalla vicenda medioevale di Abelardo ed Eloisa, rivisitata nel clima preromantico e romantico come affermazione dell'amore invincibile. Il tema dominante è la scelta di essere scrittore nonostante le lusinghe e i condizionamenti della vita borghese. Al di là del rapporto conflittuale col mondo e la realtà, il discepolo di Hegel, animato dal desiderio di autenticità, mette in luce le pretese estreme, ma ineludibili dello spirito. Se questi è un padrone dispotico, le sue esigenze portano a una realizzazione originale del proprio sé. Non si richiede di rinunciare alla vita è all'amore, ma di coglierne l'essenza. Il compito non è lineare e procede attraverso interruzioni. Occorre camminare e volgere intorno lo sguardo. Per questo Feuerbach ricorre con libertà all'aforisma procedendo da punti d'osservazione diversi e facendo sfilare tanti personaggi. Le prospettive aperte e le allusioni lasciate in sospeso stimolano ciascuno a proseguire lungo una propria direzione. Se lo scritto rivela un processo di maturazione e sfocia in una conclusione per certi versi improvvisa, la fuga a gran carriera prelude a un seguito che rimane aperto a diversi sviluppi.Un approfondimento del significato in un quadro che dal medioevo abbraccia Rousseau e Herder e si precisa nell'evoluzione di Feuerbach è suggerito dall'Introduzione di Francesco Tomasoni che mette in rilievo la tendenza a maggiore concretezza attraverso concetti nodali come quello dell'istinto e dell'amore, dell'humor e della ragione. La traduzione, corredata da numerose note su personaggi, situazioni e termini, è condotta sull'edizione originaria del 1834 e in base ad essa corregge talvolta l'edizione critica, di cui fornisce i riferimenti.
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