La scuola è il più importante baluardo contro il razzismo, ma deve scegliere di investire la sua esistenza in questa sfida. Vent'anni fa, la prima circolare ministeriale sulla pedagogia interculturale sembrava poter cambiare il corso della scuola italiana. Se tale elaborazione fosse stata condivisa da insegnanti e dirigenti e, soprattutto, se fosse stata riconosciuta come una priorità politica, oggi avremmo intere generazioni formate sui valori dell'antirazzismo, della lotta alla xenofobia, dell'intercultura. Tutto questo non è successo perché, contemporaneamente, è cominciata una nuova era: il berlusconismo, propugnatore della competitività economica e di una visione etnocentrica della società, ha cambiato lo Zeitgeist del paese. In questa trasformazione dell'Italia si è affermato il nuovo immaginario delle destre, che ha agitato il razzismo, costruito il mito dell'identità statica, della cultura incorruttibile, della società fortezza. Occorre investire sulla scuola per costruire una società interculturale, ma per farlo è necessario rompere la cristallizzazione delle discipline scolastiche. )
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