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Anno edizione: 2016
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55 vasche è un bel libro scritto egregiamente da un bravo corrispondente di guerra che racconta storie incredibili in luoghi devastati dalle bombe, dalla violenza, dal sangue e dalla morte. Il diario professionale di un giornalista caparbio, generoso e soprattutto curioso. Ho comprato questo libro perché ho ascoltato una intervista a Mimmo Candito su radio 3 . Mi ha coinvolto la storia della sua malattia e come lui ne parlava, come descriveva il processo di guarigione che passa dalla volontà del paziente e dalla sua caparbietà nel voler guarire. Ho pensato potesse essere un libro di aiuto ai malati di cancro, ma da quel punto di vista sono rimasto deluso. Mi immagino un malato di cancro affidato alle strutture italiane, fare la fila per ore per una visita, fare la chemio in strutture fatiscenti, che ha a che fare con medici incuranti che cambiano in continuazione. Me lo immagino questo paziente normale mentre legge queste pagine di uno che si confronta col cancro in una clinica con vista mare a Miami, che ha a che fare con un solo medico, che torna a casa in una villa con piscina a due passi dal mare e immagino, questo paziente normale italiano uno dei trecentomila e più a cui ogni anno viene diagnosticato il cancro, incazzarsi leggendo che basta la forza di volontà per guarire anche quando ti hanno detto che le tue speranze sono 0 di 0. Vedo questo paziente disperarsi per la propria sfortuna, per non avere un sistema che funziona, per non avere una assicurazione dell'ordine dei giornalisti che ti fa saltare ogni lista di attesa e paga per ogni cura possibile. Vedo me stesso telefonare al CUP per prenotare una Risonanza magnetica di controllo e sentirsi dire che non esiste una data certa. Caro Mimmo Càndito hai viaggiato nei posti più pericolosi con mezzi precari hai dormito in tuguri, con materassi per terra cercando di dimenticare le bombe che cadevano. Ma col cancro hai viaggiato in prima classe in un vagone solitario.
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