Alle ore 22, con un anticipo di 45 minuti rispetto al piccolo schermo, parte la diretta radiofonica. L’arrivo della Tv, sia pure un po’ balbettante, costituisce senz’altro uno degli elementi innovativi dell’edizione di Sanremo '55, soprattutto in riferimento al ruolo che il nuovo mezzo avrà nella gestione e nell’influenza sul rapporto canzoni-tv e Sanremo-tv. L’altra grande novità, sempre di carattere tecnico-artistico, riguarda l’avvento del play-back. Infatti, a causa della improvvisa e discussa faringite di Claudio Villa, nella serata finale, la voce registrata sostituisce quella dal vivo. Ma a differenza di casi similari che si sarebbero verificati in futuro – per esempio il play-back di Bobby Solo, nel 1964 – il cantante sostituito dal nastro non solo non venne eliminato ma vinse addirittura il Festival. Una decisione destinata a far discutere nel corso degli anni. L’idea centrale della quinta edizione è quella di puntare sui giovani e sulle canzoni nuove. Su quindici cantanti in gara ben tredici sono debuttanti. Due le orchestre: conferma per il Sestetto Azzurro di Alberto Semprini e new entry per l’Orchestra Canzoni e Ritmi diretta da Francesco Ferrari. Con il maestro Semprini cantano: Jula De Palma, Nella Colombo, Claudio Villa, il Trio Aurora, Bruno Rosettani, Natalino Otto e Gianni Ravera. Con il maestro Ferrari esordiscono: Bruno Pallesi, Antonio Basurto, Tullio Pane, Nuccia Bongiovanni, Marisa Colomber, Clara Jaione, i Radio Boys e Narciso Parigi. Al di là delle canzoni, la quinta edizione della rassegna si caratterizza anche per le inevitabili polemiche, soprattutto a carattere extra-musicale. Grande preoccupazione per il “Vendicatore di Vercelli”, sorta di Cavallo Pazzo ante-litteram, mentre editori e autori delle canzoni escluse, e, ammiratori dei cantanti lasciati inesorabilmente a casa dalla Rai, promettono vendette e ritorsioni. Piccoli sberleffi, ingenuità, un clima quasi cameratesco per un festival che ancora non conosceva i veleni della tecnologia e dell’industria discografica, visto che in fondo premiava fondamentalmente la canzone e che addirittura aveva scelto il mese di gennaio per permettere alle canzoni di essere eseguite o addirittura ballate per il carnevale. Questo non vuol dire che siano mancati i colpi di scena. Il forfait all’ultimo momento di Giacomo Rondinella, popolarissimo cantante napoletano del periodo, l’esclusione della Pizzi, il momentaneo allontanamento di Nunzio Filogamo e del maestro Cinico Angelini, il ripensamento all’ultimo momento su Mike Bongiorno, bocciato come conduttore, e la promozione sul campo del giornalista Armando Pizzo e di Maria Teresa Ruta, zia dell’odierna presentatrice. La nostra antologia ripropone fedelmente il clima, l’atmosfera e naturalmente la musica di quella straordinaria edizione, quasi interamente consacrata al cosiddetto bel canto all’italiana, espressione prevalente di ciò che gli italiani gradivano. Nel cd sono presenti tutti i protagonisti – eccezion fatta per due brani e un interprete. Un’edizione sicuramente significativa per l’assestamento dei gusti, con la radio a fare ancora da padrona ma già con un occhio al nuovo formato discografico, il 45 giri, destinato nel giro di pochi mesi a soppiantare il 78, e, soprattutto, con le prime considerazioni televisive, ancora non così influenti. I cosiddetti “cantanti della radio” saranno i primi a soffrire l’emarginazione che il nuovo mezzo farà inevitabilmente scaturire, ma nel 1955 i divi senza volto sono ancora i protagonisti della canzone italiana.)
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