Negli otto mesi che sono seguiti al 25 aprile 1945, al termine della Seconda guerra mondiale, mentre l'Italia si rialzava per riprendere in mano la propria libertà e ricostruzione, il clima di caotica confusione ed euforia ha coperto il grido di aiuto che si alzava dal più grande Campo di prigionia d'Italia: Coltano. Gli Americani, nel processo di liberazione, avevano raccolto da tutta l'Italia in questo Campo, situato nella provincia di Pisa, dai 32.000 ai 39.000 prigionieri dagli 8 ai 90 anni, colpevoli di stare dalla parte sbagliata. In tale triste e difficile contesto, le Figlie di Maria Ausiliatrice di Livorno e di Pisa hanno ascoltato questo grido e si sono messe all'opera per portare concretamente aiuto e conforto ai prigionieri e ai loro familiari. Il testo ripercorre questo tratto di storia senza nessuna pretesa di esaustività, ma riportando fatti e testimonianze di iniziative realizzate a favore di queste persone che soffrivano una esperienza al limite della sopportazione, senza guardare alle bandiere, perché quando una persona soffre va raggiunta con lo stesso criterio adottato da Cristo: l'Incarnazione. Queste pagine, scritte sulla base di testi, testimonianze e materiale archivistico dell'Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice e degli Archivi storici di Livorno e Pisa, raccontano, nel modo più aderente possibile, questo pezzo di storia italiana che, anche in quel contesto così disumano, ha rappresentato una missione di luce. La trattazione storico-spirituale mette in evidenza un "filo" che attraversa tutta la storia: trasparente, sconosciuto ma molto concreto, fatto di gesti di generosa umanità, sacrificio, grande fede e punte di eroicità in nome della Carità. Un filo tessuto dalla capacità di queste donne consacrate, incuranti dei rischi e coraggiose, che ha "ricucito" i legami familiari e ha contribuito a far sì che quei "pezzetti di storie", unite insieme, poco alla volta potessero far parte della ricostruzione dell'Italia.
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