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La profezia di Cazotte-L'ultimo pasto di Cazotte. Ediz. numerata - Jean-François de La Harpe,Paul Morand - copertina
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La profezia di Cazotte-L'ultimo pasto di Cazotte. Ediz. numerata
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La profezia di Cazotte-L'ultimo pasto di Cazotte. Ediz. numerata - Jean-François de La Harpe,Paul Morand - copertina

Descrizione


Alla vigilia della Rivoluzione, una compagnia numerosa e varia, gente di corte, di lettere, di diritto, con il relativo contorno di «grandes dames» amanti del pettegolezzo filosofico, è riunita a Parigi nel salotto di un membro dell'Académie française. Si brinda, si scherza, si applaude alle nuove idee di libertà che il Secolo dei Lumi ha portato con sé, ci si appassiona a pensare quanto meravigliosa sarà la Francia una volta che la Ragione avrà inaugurato il suo regno. Solo uno dei partecipanti non si lascia contagiare dall'entusiasmo: il suo nome è Jacques Cazotte, scrittore famoso per il suo "Diavolo innamorato", figura nota anche per la sua vena mistica ed esoterica, nonché per quelle che qualcuno ama definire virtù divinatorie… Così, quando finalmente Cazotte prende la parola, lo si ascolta con grande interesse all'inizio, con incredulità poi, con sdegno infine, perché il futuro della Francia da lui descritto non è altro che orrore e sangue. Raccontata da Jean-François de La Harpe, uno dei presenti a quella riunione filosofico-mondana, "La profezia di Cazotte" è fra i testi più famosi sulla Rivoluzione francese: in esso c'è un corteo di morti illustri, Condorcet, Malesherbes, Chamfort, de Gramont, e la messa in discussione degli «immortali princìpi» che erano stati alla base del 1789. Una profezia di distruzione che però e purtroppo vale anche per chi l'ha pronunciata, come un secolo e mezzo dopo scriverà Paul Morand nel suo "L'ultimo pasto di Cazotte", dove l'anziano scrittore attende con tranquilla fermezza che arrivi la sua ora e intanto dialoga con il giovane collega inglese Matthew G. Lewis, che gli ha portato il manoscritto del suo romanzo gotico, "Il monaco", per averne un giudizio: «Il diabolismo, signore, non è serio. Questo romanzo nero, potete viverlo qui in piena luce senza che ci sia bisogno dei vostri lugubri castelli. Si chiama la Rivoluzione, per il momento francese». Edizione numerata da 1 a 1000. Traduzione e postfazione di Stenio Solinas.
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Dettagli

11 ottobre 2023
80 p., Brossura
9791281519220

Conosci l'autore

(Parigi 1739-1803) poeta, drammaturgo e critico francese. Collaborò al «Mercure de France» e fu, dal 1774 al 1791, corrispondente letterario del granduca Paolo di Russia. Sotto il titolo Liceo (Lycée, 1799) pubblicò un corso di letteratura tenuto a Parigi; in esso, per la prima volta in Francia, la storia della letteratura è considerata nel suo complesso e in una prospettiva autonoma. Scrisse anche mediocri versi e drammi, fra cui notevole Melania o La monaca (Mélanie ou La religieuse, 1770), proibita per la sua polemica contro i voti religiosi, e difesa da Voltaire e dagli enciclopedisti. Dapprima entusiasta della rivoluzione francese, La H. fu poi incarcerato come sospetto; aderì infatti alle idee cattoliche e monarchiche, pubblicando anche opuscoli politici in cui combatté le posizioni...

Paul Morand

1888, Parigi

Scrittore francese. Intraprese una brillante carriera diplomatica, culminata con l'incarico di ambasciatore a Berna. Fu vicino agli ambienti della Nouvelle Revue française, ed esordì come poeta nel 1919 con Lampes à arc, seguita l'anno successivo da Feuilles de température. La sua affermazione, però, si deve soprattutto ai racconti di Tendres stocks che potevano contare su una prefazione scritta da Proust. A quella raccolta fecero seguito Ouvert la nuit (1922) e Fermé la nuit (1923). Del 1924 (ma la traduzione italiana è del 1929) è il il romanzo Lewis et Irène. Scrisse poi molte cronache di viaggio, formato che senz'altro valorizzava le sue qualità di prosatore colto e vivace.Scrittore sicuramente legato a mode e temi degli...

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