Vivere con lentezza. Piccole azioni per grandi cambiamenti

Stavo per abbandonarlo, esercitando quello snobismo tipico dei lettori impegnati che si indignano di fronte a opere semplici o semplicistiche. Poi però ho scoperto "la canzone della sfiga": capita purtroppo a tutti noi di cantarla. Incontrando un amico o un conoscente, alla domanda "Come va?", iniziamo inevitabilmente a: lamentarci, criticare, indignarci, invidiare, denigrare, ecc. Insomma l' elogio del bicchiere mezzo vuoto, come lo chiama Bruno Contigiani. E mi sono chiesto: anch' io sono così? Ho veramente qualcosa di cui lamentarmi? O forse farei meglio ad "accontentarmi", nel senso letterale del termine, cioè di essere contento di quello che ho? Dice Contigiani:"All' obiezione - tu sei uno che si accontenta, quindi non hai ambizioni - io risponderei...Ma come? Uno che si accontenta, che gode di quello che ha, di quello che è e di quello che fa, è animato da un' ambizione sfrenata, una visione quasi epicurea: assaporare ogni minuto della propria esistenza, felice o doloroso che sia. Avere una storia da raccontare e qualcuno a cui raccontarla è un piacere immenso." Forse è vero, il libro a volte può risultare banale, oppure sapere di "già detto e sentito", ma l' elogio della lentezza è innocuo, chi vuole continuare a correre, progredire, consumare può farlo senza sentirsi giudicato.