Zamora

Leggero, nell'accezione positiva del termine. Senza grandi introspezioni, nè sviluppi anrzigogolati della storia (peraltro un po' scontata).Ma godibile. Condivido in pieno quanto espresso più in basso da Gianfranco.

si parte dal calcio per parlare, anche, della vita. il fatto è che si parla bene, in questo libro, sia del calcio sia della vita. è un libro alla portata di tutti, calciofili e non.

Un divertente romanzo sul "folber", ovvero sul football, sul calcio, insomma sul pallone. Argomento da me sempre snobbato, ma che in un mondo sempre piu' complicato, rischia davvero di diventare un'oasi felice, tipo i verdi prati della nostra ormai lontana fanciullezza, mulini bianchi, cantine buie dove respiravamo piano ..e cose del genere.Inoltre un pericolo reale, al quale sono riuscito a scampare, che poteva capitarci davvero. Questo romanzo infatti non parla del grande calcio e nemmeno del calcio semi-professionistico cosi' come raccontato nel riuscito "Rigore" di Giuseppe Caruso ed.Ponte alle Grazie 2002, ma di un aspetto ancora piu' "drammatico e fantozziano" che poteva capitare anche a noi:il calcio aziendale.Si, proprio il classico caso della partita scapoli vs ammogliati come nelle migliori (o peggiori) tradizioni aziendali. Il ragionier Walter Vismara,inizialmente per prassi aziendale in seguito per passione comincia a giocare a calcio. Su consiglio della sorella prendera' lezioni private da un ex-portiere in caduta libera per problemi sentimentali, del resto anche lui decide di darsi da fare seriamente per una questione di "cuore".Nasce cosi' una profonda amicizia tra i due portieri sullo sfondo dell'Italia del boom economico.Le vicende sentimentali e aziendali, i personaggi tra i quali il rivale in amore di Vismara e la sorella, ne fanno un romanzo semplice ma divertente che si legge in un pomeriggio tiepido di primavera e che lascia un bel ricordo.