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E finalmente ecco l'opera omnia di Rettore, per la gioia degli sparuti fan. Una carriera lunga ormai più di trent'anni, riassunti qui con precisione quasi filologica. Ma, ahimè, c'è ben poco da salvare. Paladina delle prime trasmissioni a colori, Rettore col tempo è sempre più diventata prigioniera del suo personaggio, a grosso scapito della qualità del repertorio. Il risultato? Qualche pezzo riuscito (Splendido splendente, Lamette, Donatella) qualche intuizione geniale, un album, Kamikaze Rock 'n' Roll Suicide, di buon livello. Ma a prevalere è un senso di mediocrità, disperatamente nascosto dal colore, dall'eccentricità forzata, dal nonsense dei testi. Insomma, a parte il quadriennio 1979/1982, è tutto prescindibile. Prima di quegli anni Donatella doveva ancora far pratica. Dopo, a partire dal 1983, il giocattolo si era già rotto, e il declino incombente, ormai a braccetto con un kitsch fuori misura e fuori moda.
Quante anime possono reincarnarsi in una sola persona? Quante gestualità, quanti costumi, quanti stati d'animo visivi e squisitamente fluorescenti? Può una splendida splendente reginetta dell'italo dance calarsi nei panni ruggenti di una leonessa che in terreno stregonesco ammicca con metafore geniali all'identità del micidiale kobra? Come riesce una laureanda che strilla la sua identità sui palchi d'Italia, a bagnarsi di sol levante e raccontare suicidi d'amore, samurai e leggende nipponiche? E'possibile dalla sella di un cavallo sbronzo di far west arrivare agli effetti neon e al lucido glamour delle fatali dive d'altri tempi? Tutto è possibile, ogni cosa è credibile.Perchè è Rettore. Perchè è così.E'un angelo o Crudelia sul palco dell'Ariston?E'la storia del mimo così incredibile da portare alle lacrime?C'è mai stata tanta poesia giù dal nero ciel direttamente sui binari sotterranei di Milano? Domande, risposte, conferme. Esaltazione del nervo ottico,costume, talento,gioco e sentimento.Rettore è un pugno di diamanti incastonati nel sentiero della storia della musica.Una ragazza che è diventata donna attraverso le mille, emozionanti anime delle mille, emozionanti donne scaturite dalla sua voce da piccola dea.
La scoperta e la riscoperta di un artista che forse con il suo modo affermava già delle cose che sarebbero successe in futuro. Forse bisognerebbe soffermarsi di più su quello che la musica italiana ha dato negli ultimi anni anche per mezzo di artisti spesso incompresi per capire certe dinamiche di pensiero dietro a certi testi e certa musica. Non solo commercio ma bisogno di evadere.
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