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Il romanzo nato dall'incontro fra l'autrice finalista al Premio Strega e Rosa Bazzi.
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Sconsolata! La quarta copertina mi aveva illuso che non fosse la ricostruzione del delitto di erba ma qualcosa di diverso ... invece ho trovato un testo offuscato (forse causa vicinanza di Rosy), dove su 168 pagine di testo i concetti "interessanti" che si scostano dalla ricostruzione del delitto, si potevano scrivere in un bel articolo a 4 colonne... non lo consiglio! Forse la mia delusione è dovuta solo alle mancate aspettative.
Rosy (Mondadori, 2024) di Alessandra Carati ricostruisce quello che è stato un evento mediatico che ha scosso l’opinione pubblicato, in quel lontano 2007, in cui Rosa Bazzi e Olindo Romano mettono in scena la “Strage di Erba”. «L’11 dicembre 2006, intorno alle otto di sera, la giovane era stata uccisa dentro casa, insieme al figlio. Erano stati coinvolti anche la madre di lei, la vicina che abitava all’ultimo piano e il marito, l’unico sopravvissuto grazie a una deviazione congenita della carotide. Alle donne era stato fracassato il cranio, tutti erano stati accoltellati alla gola, con lesioni simili: complesse, cincischiate, prodotte da un’insistenza della lama all’interno della ferita. Per ciascuno, sia il consulente della procura sia quello della difesa avevano parlato di scannamento. Infine, all'appartamento era stato appiccato il fuoco. Chi si era trovato sul luogo nelle ore successive – soccorritori, pompieri, sanitari, carabinieri – aveva usato le parole “mattanza”, “orrore”, “mattatoio”, “inferno”; un infermiere era svenuto per la quantità di sangue sparso ovunque. Nelle perizie compare più volte l’aggettivo “cruentissimo”». Alessandra, grazie ad incontri settimanali riesce ad entrare nella psiche di Rosa e Olindo sviscerando nevrosi, manie, dipendenze reciproche: «racconta di essersi sentita negletta dalla famiglia di origine, dalla madre soprattutto, di aver subito abusi fisici dai parenti, costretta a lavorare quando era una bambina. Su di lei nessun progetto, nessun sogno o visione di futuro». «Quei due sono molto più di una coppia. Sono un quadrupede».
Con l'eleganza che la contraddistingue, anche questa volta Carati ci porta attraverso la vicenda del singolo a immergerci nel profondo del sentire umano. Nei libri precedenti ha affrontato la ricerca del successo, la guerra, la morte e la malattia. Ora le sue parole cesellate ci portano a riflettere su dove stanno il male e la verità. Imperdibile.
Recensioni
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