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Altezzosa e classista come già avevo percepito dal suo "L'amore del mondo". Linguaggio narrativo banale, davvero mi chiedo come riescano a pubblicare degli scritti del genere.
Ben scritto e ben letto dalla stessa autrice (ho ascoltato l'audiolibro), coinvolgenti e intime le descrizioni di Ferrara, ben riportati i meccanismi dei legami familiari. Forse l'autrice indugia un po' troppo sul mistero che poi, una volta svelato, lascia comunque qualcosa di irrisolto. Poco convincente il tema della deportazione degli ebrei come elemento scatenante di una serie di vicende e soprattutto aggiunge altra carne al fuoco non necessaria. Un po' fastidiosi alcuni riferimenti a stili di vita "non alla portata di tutti" perché stonano con il contento di piccola borghesia di cui fanno parte un po' tutti i protagonisti.
Ho letto , anzi ascoltato in audiolibro l'opera di cui sopra. Sono delusa e amareggiata, anche triste per Daria che ritenevo vivesse insieme a noi poveri mortali. Invece lei non è con noi. Il suo è un mondo sofisticato, pieno di persone colte, anzi coltissime, senza problemi di soldi e pure affascinanti con il doveroso contributo di : droga, suicidi e deportazioni ( lontanissime nel tempo) per fare in modo che sembrasse " vero". Questo libro è patinato, liscio, scorrevole, ben scritto, ma nebbioso, lontano e artificioso. Persino un personaggio come la signora Lia, forse secondario, è come se fosse un tutt'uno con gli altri, fascino, gambe lunghissime, elegantissima e piena di gioielli. La vita reale è una tapezzeria.
Recensioni
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